Processo Ruby, udienza lampo
Meno di dieci minuti. Questa la durata della prima udienza del processo Ruby: dalle 9 e 35 e le 9 e 45 circa. Il tempo necessario per i giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano di rinviare il processo al 31 maggio. Nell'aula del primo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, affollato di giornalisti di tutto il mondo, mancavano però i principali protagonisti della vicenda. BERLUSCONI Silvio Berlusconi, imputato per concussione e prostituzione minorile,era assente per «impegni istituzionali», anche se ha fatto arrivare al collegio presieduto da Giulia Turri una lettera per assicurare che «è mia intenzione partecipare alle udienze» ma che oggi non è possibile in quanto «impegnato per ragioni istituzionali che non mi consentono in alcun modo di essere presente». Non c'erano i suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo, che sono anche deputati Pdl, bloccati nella Capitale per «lavori parlamentari». E non c'era Karima El Mahroug, alias Ruby, la protagonista di questa vicenda fatta di feste a Villa San Martino e presunte pressioni sui funzionari della Questura di Milano. La legale di Ruby, l'avvocato Paola Boccardi, ha assicurato che la giovane marocchina, parte offesa del processo ha deciso di non costituirsi parte civile. Se si costituisse, ha spiegato l'avvocato Boccardi, significherebbe ammettere l'attività di prostituzione di Ruby. La giovane marocchina che così rinuncia di fatto a ogni pretesa di risarcimento danni nei confronti di Berlusconi. Non si costituiranno nemmeno i funzionari della Questura in servizio in Via Fatebenefratelli nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Berlusconi telefonò per ottenere l'affidamento della allora minorenne Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti in quanto «nipote di Moubarak». Luca Gentili, legale di Giorgia Iafrate ha spiegato infatti che la sua assistita non ritiene di aver avuto alcun danno. Difficile ipotizzare che il capo di gabinetto Pietro Ostuni e Ivo Morelli decidano di costituirsi parte civile. Un'ipotesi ancora più remota per il Ministero dell'Interno. I veri protagonisti di questa prima udienza del processo Ruby sono così stati i giornalisti, fuori e dentro dal Palazzo di Giustizia. CONTESTATORI E SOSTENITORI Un clima da stadio quello lungo corso di porta Vittoria, davanti all'ingresso principale del Tribunale di Milano, dove stamattina si è tenuta la prima udienza del processo Ruby che vede imputato il premier Silvio Berlusconi. Sul marciapiede dal lato di Palazzo di Giustizia i contestatori che urlano "vergogna" e "Bocassini, Bocassini". Dalla parte opposta i sostenitori del Pdl che, al grido "Silvio, Silvio" hanno esibito alcuni indumenti intimi femminili. "Sono solo gelosi - spiega un signore sulla sessantina che regge una bandiera dell'Italia sotto il gazebo del Pdl - perché lui è pieno di donne, mentre loro sono dei perdenti. In politica e nella vita".