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I tunisini sbarcano a Civitavecchia

Gli sbarchi di immigrati

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Dalle 18.40 di ieri Lampedusa è più vicina. Gli immigrati provenienti dalla piccola isola siciliana sono arrivati nel Lazio. La nave «Clodia» della Tirrenia, salpata domenica sera dalle coste lampedusane, è attraccata ieri pomeriggio nel porto di Civitavecchia con a bordo un migliaio di tunisini. A terra, ad aspettarli, 14 blindati della polizia, auto della Guardia di Finanza, ambulanze, mezzi dei Vigili del fuoco, uomini della Protezione Civile. I pullman si avvicinano alla nave uno alla volta. Piccoli gruppi di tunisini - scortatissimi dalle forze dell'ordine - vengono fatti scendere e subito «caricati» sui mezzi dell'esercito. I primi duecento partono subito alla volta di Campobasso. Circa 640 (nessun bambino, nessuna donna, ma solo uomini adulti) vengono trasferiti nella caserma dell'esercito - ora dismessa - «Enrico De Carolis», che fino a due mesi fa era di proprietà del Ministero della Difesa e ora è stata acquistata dal Comune di Civitavecchia. Il centro, che si estende su circa sei ettari, è a meno di tre chilometri dal porto, in una zona periferica ed è tanto «dismesso» che gli ospiti, almeno per il primo giorno, dovranno utilizzare i bagni chimici visto che da ieri si sta lavorando per sistemare l'impianto fognario. I tunisini dormiranno nei letti che sono arrivati ieri. Nella caserma non sorgerà, viene assicurato, alcuna tendopoli. I civitavecchiesi che hanno voluto assistere allo sbarco sul molo, si dividono: «Mandateli a casa», urlano alcuni di loro, mentre altri danno il loro benvenuto ai migranti con uno striscione con su scritto: «Welcome protezione per tutti». La governatrice del Lazio Renata Polverini, presente sulla banchina del porto insieme al Questore di Roma Francesco Tagliente, tranquillizza i suoi: non arriverà una seconda nave e chi è già arrivato non rimarrà nella regione per più di quattro settimane. A Lampedusa, intanto, la tregua non ha retto. Dopo la quiete dei giorni scorsi, ieri è tornata la tempesta. Mentre l'isola assaporava i primi sorsi di normalità, nella calma piatta una carretta con 400 migranti a bordo è scivolata fino a spiaggiarsi a Cala Croce. La parziale novità consiste nel fatto che arrivavano dalla Libia. Si aggiungono agli altri tunisini arrivati ieri. Quelle compiute dalla macchina dei trasferimenti sembrano le fatiche di Sisifo: se quattromila migranti sono andati via in tre giorni, lasciandone circa 600 nel centro d'accoglienza, ieri ne sono arrivati 917. Di questi, circa 300 sono già stati trasferiti in aereo con destinazione Bari. Insomma, 1300 migranti ancora a Lampedusa, migliaia sparpagliati in tendopoli e caserme al centro sud, ancora nessun tunisino nelle regioni del nord. A Livorno da lunedì sera 300 africani sono sistemati in una dozzina di strutture in sette province messe a disposizione dalla Regione e altri duecento sono attesi per oggi. In Campania 500 migranti sono nella tendopoli allestita nell'ex caserma "Andolfato" a Santa Maria Capua Vetere. Altri 500, che si trovano a bordo della nave Excelsior, dovrebbero arrivare oggi. In Basilicata circa 500 migranti sono da alcuni giorni nella tendopoli di Palazzo San Gervasio. Nella megatendopoli di Manduria - che può ospitare fino a quattromila persone - ci sono attualmente circa 1.300 migranti. In Sicilia 500 migranti sono ospitati nella tendopoli di Pian del Lago, nei pressi del Cie di Caltanissetta e altri 700 sono nel campo di Kinisia, vicino all'aeroporto di Trapani Birgi. Sull'isola ci sono anche 1.600 richiedenti asilo, ospitati nel Villaggio degli Aranci a Mineo. In Sardegna attesi per oggi circa 700 immigrati, che saranno ospitati in un deposito dell'Aeronautica Militare a Cagliari.

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