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Scivolone della Polverini: «Salutateci i tunisini»

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.Giubbino blu con lo stemma dei «Tevere Ranger», la governatrice del Lazio, Renata Polverini aveva tutte la carte in regola per presentare in gran stile la nuova iniziativa a protezione del fiume della Capitale. Ma il suo humor l'ha spinta oltre. A motori accesi saluta con il cappello in mano chi è rimasto sulla banchina del Tevere: «Salutatemi i tunisini». Ride, insieme a chi le siede accanto e parte per un breve giro sul fiume. In pochi minuti però il video che ha ripreso la gaffe è già su internet. Poco più tardi la governatrice è costretta a correggere il tiro: «Stavamo solo scherzando, come fanno le persone normali». Il tam tam però è partito e arriva dritto al capogruppo Pd in Regione, Esterino Montino: «Una battuta di cattivo gusto che fa ridere solo la sua claque. E, peraltro, dimostra una mancanza di sensibilità politica, oltre che umana, eccezionale: lasciarsi andare ad una battuta del genere proprio mentre il Governo sta trattando, e sembra faticosamente, con la Tunisia, per limitare le partenze dal paese, è fatto da censura grave». La battuta certamente non è azzeccata nel merito e nella tempistica, ma l'impegno della Polverini per non far mancare l'appoggio del Lazio nella gestione degli immigrati provenienti dal Nord Africa non è messo in dubbio. Oggi, tra l'altro, è prevista un'importante conferenza delle Regioni proprio per trovare una posizione comune. «Siamo tutti preoccupati rispetto alle tendopoli - ha detto ieri la Polverini - anche perché non si riesce a dare un'assistenza adeguata. È chiaro che domani (oggi ndr) prenderemo una posizione comune nell'ambito della Conferenza delle Regioni, per presentarci poi alle 12.30 al Governo e ascoltare ciò che ha da dire». Al di là di quel «salutateci i tunisini», il Lazio ha già dato la propria disponibilità ad assistere nella propria regione una quota di migranti. La condizione è che accada dopo il primo maggio: per il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II è atteso almeno un milione di persone a Roma e in Provincia. Dopo, i tunisini ci toccherà salutarli.

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