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Parigi continua a violare il diritto Ue

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.Dopo i respingimenti messi in atto dalla polizia francese nei confronti dei tunisini che nei giorni scorsi hanno tentato di varcare il confine oltre Ventimiglia e la giustificazione del ministro degli Esteri d'Oltralpe, Bernard Valero, secondo la quale gli immigrati in situazione irregolare devono essere rimpatriati nei loro Paesi di origine a partire dal Paese nel quale sono entrati nello spazio Schengen perché così è stato definito «dal diritto europeo», la commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstrom interviene per dare una tirata d'orecchie ai «cugini». Di nuovo. Dopo che le espulsioni dei «rom» avevano già creato attrito tra l'Ue e il premier francese. La delegata ammonisce la Francia sui respingimenti alle frontiere, chiarisce una volta per tutte che Sarkozy e compagni non possono agire in questo modo perché - semplicemente - i confini, nello spazio di libera circolazione di Schenghen, non esistono più e auspica una soluzione bilaterale tra Parigi e Roma che spazzi via ogni attrito. Per Franco Frattini è una piccola, personale vittoria: «Abbiamo registrato con soddisfazione un passo dell'Ue, con il commissario Malmstrom che ha ricordato alla Francia quali siano gli obblighi di solidarietà europea. Ci auguriamo che la Francia cambierà atteggiamento», spiega. Da Bruxelles, intanto, arrivano altre buone notizie. La Malmstrom ribadisce ancora una volta che l'Unione europea è pronta a sostenere con misure ulteriori l'Italia per gestire l'emergenza di Lampedusa e in particolare il rimpatrio degli immigrati illegali in Tunisia. Il paese africano - spiega dopo essere appena ritornata da Tunisi - ha la volontà di «cooperare e trovare una soluzione costruttiva» per gestire la crisi, incluso il rimpatrio degli illegali. «Ne ho discusso con il nuovo ministro degli interni. Non si sono fatte cifre sul numero dei rientri al giorno, o piani specifici. Ma Tunisi è pronta a negoziare con noi e le autorità italiane e noi siamo pronti a sostenere le autorità italiane» per facilitare una soluzione per il rimpatrio verso la Tunisia. L'obiettivo di tutti - precisa - è liberare «la piccola isola di Lampedusa da troppa pressione», ma il piano è ancora in parte da definire. La strategia è diversificata: «A breve termine - ammette la delegata - dobbiamo affrontare la questione dei profughi e del sistema per le domande di asilo. A lungo termine, proponiamo un'azione su vari fronti, dalla cooperazione per il controllo delle frontiere alla lotta contro il traffico di esseri umani. Pensiamo anche - precisa - alla possibilità di una migrazione legale di cittadini tunisini e di una facilitazione per la concessione dei visti». Di tutto questo si discuterà al consiglio Ue Affari interni che si terrà a Lussemburgo l'11 aprile. Intanto, però - annuncia - «la Svezia si è offerta di accogliere un paio di centinaia di profughi» in fuga dalla Libia, prevalentemente sudanesi ed eritrei. «Contiamo sulla solidarietà di tutti e 27 gli Stati membri» aggiunge, sottolineando che «alcuni Paesi stanno esaminando la loro disponibilità, mentre altri non hanno ancora risposto all'appello».

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