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Dramma a Tokyo, farsa a Roma

Due fratellini sopravvissuti allo tsunami

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E adesso chiudiamoci in casa. Usciamo solo in casi di estrema gravità e urgenza, e mai senza mascherina e tuta isolante. Mettiamo i bambini al sicuro. Non compriamo più l'insalata, i broccoletti o i carciofi. Stendiamo i panni al chiuso. Per giorni ci hanno raccontato che il livello delle radiazioni in Giappone era alle stelle. Che i venti, dalla centrale nucleare di Fukushima, avevano trasportato le particelle tossiche anche a Tokyo. Che la Capitale giapponese non era più sicura e bisognava andare via. Per giorni, insomma, ci hanno spaventato. Hanno terrorizzato anche noi che stiamo dall'altra parte del mondo. E adesso, dopo la grande paura atomica, salta fuori che Roma è più radioattiva di Tokyo. Ma cosa vuol dire? Si tratta forse di uno scherzo di cattivo gusto? Assolutamente no. È solo il dato sorprendente che si sono trovati sotto gli occhi dopo un'accurata analisi i sei tecnici della Protezione civile italiana arrivati ieri a Tokyo. I rilievi fatti - comunica l'ambasciata italiana - danno una radioattività di fondo misurata sul tetto dell'ambasciata di 0.04 microsievert/ora. Per riferimento, il valore di radioattività ambientale tipico della città di Roma è di 0.25 microsievert/ora. Sì, avete capito bene: in quel di casa nostra il livello radioattivo medio è quasi sei volte più elevato di quello registrato ieri a Tokyo. I tecnici, dopo aver effettuato una misura spettroscopica, hanno avuto la possibilità di escludere la presenza di radiazione proveniente da «isotopi artificiali»: in altri termini, non ci sono isotopi che possono essere stati prodotti in un reattore nucleare. «È evidente - spiegano - che queste misure portano ad escludere qualunque rischio di contaminazione a Tokyo (almeno nelle vicinanze dell'Ambasciata)».  L'attività di aspirazione in aria, con la conseguente misura cosiddetta di «catena beta», effettuata dalla Protezione civile consiste nell'aspirazione di un volume di aria definito che viene fatto passare attraverso appositi filtri che trattengono il particolato e nel quale vengono fissati anche i radioisotopi presenti nell'aria. Questi filtri vengono misurati da una strumentazione che ne determina la natura (artificiale o naturale) e, nel caso di presenza di iodio, anche la quantità. Esistono in natura elementi radioattivi parte dell'ambiente e presenti persino nel corpo umano e responsabili della «radioattività naturale» che non potrà mai essere eliminata. Paesi come il Giappone hanno un fondo ambientale che oscilla tra 0,02 e 0,06 microsievert/ora, mentre in Paesi come l'Italia si arriva a valori come 0,1-0,3 microsievert/ora. Ieri alle ore 14.45 locali (le 6.45 in Italia) è stata iniziata l'aspirazione di 1 metro cubo di aria presso l'ambasciata d'Italia. Alle ore 15.03 i filtri attraversati dall'aria sono stati misurati e non è stato possibile osservare alcuna presenza anomala di radioisotopi artificiali. Il campo di radiazioni è stato valutato 0,04 microSievert/h, imputabile al fondo naturale. Alle ore 16,00 è iniziata una seconda aspirazione di 4 metri cubi presso lo stesso sito. Alle ore 17,05 sono stati analizzati i filtri e anche su questi, secondo le rilevazioni dei tecnici della Protezione Civile, non è stato rilevato alcun radioisotopo artificiale. Gianni Alemanno, dopo le recenti perplessità sul nucleare, è stato chiamato in causa: «A Roma ci sono dei livelli di radioattività naturale - ha spiegato - ogni territorio ha un grado di radioattività diversa a seconda della geologia sottostante. Non c'è - ha scherzato - nessuna centrale nascosta e non c'è nessun pericolo per Roma». La rilevazione effettuata dai nostri tecnici «è un'ottima notizia per Tokyo. Parliamo ovviamente di valori nettamente al di sotto della soglia di pericolosità. Ciò significa che nonostante quanto stia avvenendo nella centrale nucleare nipponica, la capitale giapponese è rimasta totalmente immune. Non posso non essere contento, fermo restando che non c'è alcun rischio né a Tokyo né a Roma», ha precisato. Già. Ma perché nessuno ci ha detto che a Tokyo non c'è traccia delle radiazioni di Fukushima?

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