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Napolitano torna e convoca i capigruppo

Giorgio Napolitano

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Stop. La giornata di ieri a Montecitorio segna un punto di svolta. Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo gli scontri alla Camera, le polemiche fra il Pdl e Fini, le scene surreali di una maggioranza e di una opposizione praticamente ai materassi, decide di convocare i capigruppo parlamentari per richiamare tutti al rispetto se non della sostanza quanto meno della forma. Il Capo dello Stato, rientrato ieri da una visita a New York, è turbato per le divisioni e la totale assenza di rispetto delle Istituzioni. A destra come a sinistra. Napolitano, durante il suo viaggio nella Grande mela: «Non faccio commenti su nessuna personalità politica italiana. Parlo in generale, il più grande problema della politica è l'iper-partigianeria che produce una guerriglia quotidiana e rende impossibile il dialogo e il confronto determinando una delegittimazione reciproca dei competitori politici». Punto. Il Colle stavolta è intenzionato a non lasciar correre quel che ormai ogni giorno accade a Montecitorio. Non è un caso che gli incidenti accadano alla Camera, il ramo del Parlamento presieduto da un Gianfranco Fini sempre più nei panni dell'attore politico e non dell'arbitro come la sua carica di presidente richiederebbe. Intanto la sorte di Ignazio La Russa sarà decisa martedì prossimo. L'ufficio di presidenza della Camera si riunirà infatti alle 9 per decidere sul caso del ministro che l'altro ieri ha letteralmente mandato a quel paese Fini ricevendo a sua volta l'invito a «curarsi». Scontro totale. Su La Russa i questori formuleranno il loro parere, sull'ipotesi di eventuali sanzioni a carico del responsabile della Difesa, sulla scorta degli interventi pronunciati ieri pomeriggio nella Giunta per il regolamento. Il caso, infatti, resta ancora da «decifrare», vista l'assenza di precedenti in materia. Attualmente non è prevista una sanzione per i ministri che siano anche parlamentari. Per questo Fini ha dato mandato a due componenti della Giunta di lavorare ad una modifica regolamentare per sopperire a questa lacuna. «Sottrarre i deputati membri del governo al complesso delle regole e degli obblighi per assicurare l'ordinato e corretto funzionamento della Camera – ha spiegato il leader di Fli – finirebbe per realizzare per essi uno statuto rafforzato sul piano parlamentare determinando nei fatti per essi una sorta di immunità nel linguaggio e nei comportamenti che non spetta agli altri deputati». Il parere che i questori esporranno martedì sarà comunque formulato sulla base dell'ordinamento attuale.

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