Lo sbarco-show di Silvio
Uno show. Un colpo di scena. Un colpo di teatro. Insomma, una normale visita di Silvio Berlusconi. Con un incessante succedersi di annunci, fatti, sorprese, promesse e realizzazioni. Con l'imprevedibile sopraggiungere di novità a cui non si riesce a stare dietro. Insomma, Berlusconi vola nell'isola assediata dagli sbarchi. Promette solennemente: «In 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani». E annuncia con il cuore in mano che s'è comprato una casa. Una casa per modo di dire. Ovviamente è una villa da quasi due milioni di euro acquistata su internet. Mica una cosa normale con tanto di atto notarile e agenzia immobiliare, altrimenti che Berlusconi sarebbe. Sbarca sull'isola e il suo arrivo diventa subito un evento. Mette piede sul punto più meridionale d'Italia invaso dagli immigrati che disperati arrivano dalla coste tunisine. Prende il microfono in mano e, come se fosse il predellino dell'immigrazione, tuona: «Chiederemo per l'isola il Nobel per la pace». Comunica la volontà del governo di concedere a Lampedusa «una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria almeno per un anno finalizzata a trasformarla in "zona franca"». Insiste perché, nonostante tutto, si punti sul turismo. Fa sapere di aver sollecitato «servizi in tv pro isola di cui abbbiamo incaricato Rai e Mediaset». E poi sentenzia: «Lampedusa sarà sede di un casinò». E non un casinò tanto per dire. No. Una vera e propria attrazione per i turisti con campo da golf, una scuola e infrastrutture sanitarie. Quindi la sorpresa: «Io stesso mi ci sono comprato una villa». Come una villa? Comprato? Quando? Nella notte, per una cifra «inferiore ai due milioni di euro», a Cala Francese. Berlusconi torna poi a parlare dell'emergenza: «La Tunisia ha confermato che non partiranno più persone. Tra i migranti tunisini arrivati a Lampedusa ci sono alcuni dei 13.600 evasi dalle carceri». Subito chiarisce: «Abbiamo fatto in modo che queste persone non si immettessero nel tessuto sociale, mantenendo presidi che hanno evitato che ciò accadesse». Il premier spiega che «i migranti che arriveranno sulle banchine del porto di Lampedusa saranno subito imbarcati sulle navi con destinazione Tunisia o altri centri». Significa che gli immigrati dall'isola saranno poi smistati in altre zone d'Italia. Sul controllo delle coste, assicura che «abbiamo ottenuto di far controllare i porti e le coste per non consentire nuovi sbarchi e abbiamo attuato anche misure imprenditoriali. Ve ne dico una variopinta: abbiamo comprato pescherecci affinché non possano essere utilizzati per le traversate. Così quando sarò fuori dalla politica li userò io» per mettere in piedi un'attività «per il pesce fresco», scherza. È il Cavaliere che va in testa ai sondaggi. Quello che prende la scopa in mano e si precipita a Napoli a ripulire la città. Quello che si mette il casco giallo da operaio e si catapulta sull'emergenza del terremoto a L'Aquila. Ora quello che vola a Lampedusa. Tranquillizza i lampedusani: «Il vostro premier ha il vezzo e l'abitudine di risolvere i problemi. Fino a ieri non avevo la soluzione al problema chiara e quindi non mi avevate ancora visto. Poi ho messo a punto un piano, già scattato dalla mezzanotte di ieri. Con Tremonti abbiamo trovato i mezzi per la soluzione del problema. Ed oggi eccomi qui raccontarvelo». Come per Napoli, anche se il problema è di natura diversa, Berlusconi assicura anche l'avvio dell'operazione "Lampedusa pulita", di cui si occuperà il genio civile. Si lascia prendere dall'impeto: «Stiamo ripulendo la collina della vergogna. Ci sono già 140 uomini del genio civile e se ne aggiungeranno altri», annuncia mentre in realtà sono soltanto una dozzina. «Suggerisco al sindaco di dotare l'isola di un po' più di colore e di verde», si mette a consigliare ricordando di aver fatto qualcosa di simile «in un paese della Lombardia», dove fra poco sarà inaugurata l'Università della libertà. «In alcune case - si gloria - mancava l'intonaco o i muri erano scrostati e io ho realizzato una situazione di colori che ricorda Portofino. Mi piacerebbe attuare questo piano colore anche nella vostra isola. Ho notato anche un degrado del verde, mi impegno per un piano del verde e di rimboschimento». Dopo gli incontri con le autorità locali, il premier ammette di pensare al porto dell'isola come alla «perla Lampedusa» in modo che non si presenti più «nel disordine e incuria attuali». Il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, confessa: «Credo al 60% di quello che ha detto». Infine, non poteva mancare la barzelletta. Nella base dell'Aeronautica, incontra le mamme che in questi giorni hanno protestato vivacemente nel tentativo di richiamare l'attenzione sul caso e sull'isola che stava scoppiando. E qui si lascia andare a uno dei suoi soliti buffi racconti: «Durante un'indagine si chiede ad un campione di donne se vogliano fare l'amore con Berlusconi. Il 30% risponde "Magari...", l'altro 70%, "Di nuovo?"».