«Col Pd mai alleanze, ma scrivere insieme le regole è possibile».
WalterVeltroni, presente all'incontro, gli fa eco sostenendo che si può pensare a modernizzare la Costituzione con una destra liberale come quella di Fini, mai con quella populista di Berlusconi. E a proposito del Cavaliere, l'ex segretario del Pd ammette che «se esiste ancora il berlusconismo è perché il centrosinistra non è riuscito a costruire un'alternativa che vada oltre l'antiberlusconismo, ritarda e indugia in una logica di schieramento dentro il tappo del berlusconismo». «Anche il centrodestra riunito intorno a Fini – ha proseguito – deve organizzare l'alternativa. L'Italia non entrerà mai nella seconda Repubblica se non ci sarà una sfida tra riformismi diversi». Così, in un clima di grande fair play, tra aneddoti e battute, la destra del finiano Bocchino e la sinistra di Veltroni si confrontano non risparmiando le critiche al premier. «Ma voi – si chiede ironicamente Bocchino, alludendo alla visita lampo di ieri di Berlusconi a Lampedusa, – ve la immaginate la Merkel che va in una zona di emergenza e dice alla gente di aver comprato casa lì e di volerci fare il casinò, di volerla riempire di verde e di voler colorare le case?». A Veltroni che gli contesta di aver capito «troppo tardi chi era Berlusconi» e di non aver avuto il coraggio di Casini che decise di «correre da solo molto prima», Bocchino risponde con una battuta: è come tra i fidanzati, fin quando non si vive insieme, va tutto bene». E con ironia sottolinea l'impossibilità di portare avanti un'alleanza con un partito come quello in cui «la Minetti si candida a fare il ministro degli esteri». «E forse - dice - ne ha anche le competenze visto che gestiva le straniere dell'Olgettina».