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Pronto il blitz su Ruby La Camera ora vota

Silvio Berlusconi

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Il blitz è pronto. E potrebbe verificarsi già oggi. Il Pdl si sta preparando a sferrare l'attacco decisivo al processo Ruby, al processo del bunga bunga. La giunta per il regolamento della Camera, che è presieduta da Gianfranco Fini, ieri non ha votato sul conflitto di attribuzione che il centrodestra intende sollevare. La questione è molto tecnica. In sostanza gli avvocati di Berlusconi e il Pdl sostengono che il premier non può essere giudicato da un tribunale ordinario, come invece insiste la procura di Milano. Uno dei due reati per i quali è accusato il Capo del governo, la concussione, è una tipica fattispecie da "pubblico ufficiale" e dunque ministeriale. Per questo, è sempre la tesi della difesa del Cavaliere, Berlusconi deve essere giudicato dal Tribunale dei ministri. La Camera, essendo Silvio un deputato, potrebbe sollevare la questione. Fini aveva mandato tutto alla giunta dove però è il centrosinistra ad essere in maggioranza. Ieri s'è scelto di non votare. Il caso torna nell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che si riunisce stamattina. Pdl, Lega e Responsabili sostengono che il voto decisivo è quello dell'Aula e anche Fini si è mostrato disponibile a concederlo. Per questo oggi la maggioranza potrebbe chiedere un'inversione dell'ordine del giorno e spedire subito il caso in Assemblea. Di qui il voto subito, o forse domani. «Sarebbe ragionevole», si limita a dire Massimo Corsaro, vicecapogruppo vicario del Pdl. Che si premura di aggiungere: «Comunque è una scelta dell'ufficio di presidenza, aspettiamo che cosa deciderà». Il voto è un rischio visto che ieri la maggioranza è andata sotto anche per colpa delle varie assenze legate ai malumori sul rimpasto. Anche per questo il Consiglio dei ministri, durante il quale si dovrebbe decidere la seconda tornata di nomine di sottosegretari, è slittato da oggi a domani: prima la prova di fedeltà, poi il premio. Se Montecitorio solleva la questione, viene chiamata a decidere la Corte Costituzionale che comunque impiega alcuni mesi: il processo sulla carta potrebbe andare avanti lo stesso sebbene il bon ton istituzionale imporrebbe lo stop. Comunque sia, sarà una carta in più nelle mani di Niccolò Ghedini e Pietro Longo, i due legali del premier. La prima udienza per il caso Ruby è per mercoledì della prossima settimana. La difesa infatti potrebbe obiettare nella prima udienza la stessa questione, questa volta sarebbe chiamata a decidere anche la Cassazione. Il processo rischierebbe così di arenarsi prima ancora di cominciare. Intanto Berlusconi torna a parlare in un audio messaggio contro i pm dopo l'udienza di lunedì scorso per il processo Mediatrade: «L'accusa è totalmente falsa e i miei avvocati lo hanno dimostrato, così falsa che c'è da chiedersi con quale coraggio la procura di Milano abbia insistito a spenderci sopra tra consulenze, rogatorie e atti processuali solo qualcosa come una ventina di milioni di euro tolti dalle tasche dei contribuenti». Si mostra sicuro e spiega: «Anche questa volta l'attacco fallirà, la verità sarà riconosciuta e noi ne verremo più forti di prima, come è sempre accaduto». Poi attacca: «Il comunismo in Italia non si è mai arreso». Il Cavaliere conferma infine che intende prender parte ai 7 processi ancora aperti contro di lui (6 nel penale, 1 nel civile) «per dimostrare che le accuse non sono solo infondate, ma anche ridicole». Dopo 17 anni, 31 processi, oltre 1000 magistrati impegnati ad indagare su di lui e sulle sue aziende, 24 processi conclusi per archiviazione o assoluzione per formula piena, Berlusconi si è convinto che «anche questa volta l'attacco fallirà» è la chiosa finale.

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