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Esplode il deposito di munizioni Almeno 110 i morti

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Secondofonti locali la vicina città di Jaar è da domenica in mano a centinaia di miliziani tribali - tra i quali ci sono anche militanti di al-Qaeda - che pattugliano la zona a bordo di veicoli blindati sottratti all'esercito. Poco prima della deflagrazione il deposito di armi era finito in mano ai miliziani. Tra le vittime amche donne e bambini, molti oppositori del regime ed estremisti islamici che stavano portando via esplosivi. «Temo che il presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh, possa usare l'arma di al-Qaeda per restare al potere». È quanto ha affermato il generale yemenita Ali Muhsin al-Ahmar, capo delle truppe di terra, secondo quanto riporta il giornale arabo «al-Quds al-Arabi». Parlando della crisi in corso nel suo Paese, e della sua decisione di sostenere i manifestanti che chiedono le dimissioni di Saleh, il militare ha detto di temere che «per restare al potere il capo di stato possa usare la scusa della presenza di al-Qaeda in Yemen - ha affermato - e usare la forza sui manifestanti». Si è detto invece convinto che «in questo periodo di crisi istituzionale nel Paese i terroristi di al-Qaeda resteranno fermi e attenderanno di capire cosa succederà». Al-Ahmar è uno dei molti ufficiali dell'esercito che, insieme con diplomatici ed esponenti del partito di governo, sono passati con i manifestanti che chiedono le dimissioni di Saleh.

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