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Caos Lampedusa Anche Lombardo alza la voce

Immigrati a Lampedusa

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«Lampedusa è in ginocchio, è distrutta». Il governatore siciliano Raffaele Lombardo non riesce a trattenersi. Arrivato sull'isola dopo giorni di sbarchi, lancia il suo grido di allarme e si rivolge direttamente al premier invitandolo a convocare un Consiglio dei ministri straordinario per affrontare un'emergenza che sta assumendo i contorni della catastrofe. Da gennaio sono arrivati a Lampedusa 18.501 immigrati (nello stesso periodo del 2010 erano stati 27mila) ma ciò che preoccupa sono quelli presenti in questo momento: 5.486 di cui 1.700 sbarcati nella ultime 24 ore. Una cifra superiore a quella dell'intera popolazione residente. Sono accampati sul molo e sulla collina che sovrasta la Stazione marittima. Un migliaio hanno trovato posto nel centro di accoglienza. La Marina militare ne ha già trasferiti più di mille in Sicilia e in Puglia, ma dei 500 arrivati a Manduria (Ta) un centinaio sarebbero già fuggiti dalla tendopoli allestita. Altri 850 sono stati imbarcati su una nave messa a disposizione dalla Grimaldi. Insomma la situazione è oltre il livello di guardia e tra gli isolani comincia a farsi strada la paura delle epidemie. Il rischio è concreto tanto che oggi arriveranno a Lampedusa gli ispettori sanitari della Regione Sicilia per verificare le condizioni igieniche in tutti i centri. È in questo scenario che Lombardo viene letteralmente preso d'assalto dagli abitanti dell'isola. Non vogliono rassicurazioni, ma soluzioni. Il governatore prova a chiamare immediatamente il premier al telefono poi, dopo due tentativi falliti, viene raggiunto da Berlusconi nelle stanze del sindaco Dino De Rubeis. Dieci minuti di conversazione che si trasformano in uno sfogo. E il premier si impegna a convocare un Consiglio dei ministri alla presenza di Lombardo (che quando si parla di Sicilia ha la possibilità di partecipare direttamente alle riunioni a Palazzo Chigi). Il giorno giusto potrebbe essere mercoledì. Intanto il governatore si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Attacca l'esecutivo: «La risposta del governo è inadeguata e incredibile. Vorrei escludere che ci sia la volontà di creare il caso o recuperare consensi». Promette che non se ne andrà fino a quando il problema non verrà risolto e lancia una provocazione: «Su Lampedusa non possono stare che gli ottocento uomini che può accogliere con le strutture che ci sono ora. Le tendopoli le facciano pure in Val Padana e non solo in Sicilia, visto che siamo un Paese unito». Immediata la replica del senatore del Carroccio Piergiorgio Stiffoni: «Le tendopoli stanno meglio in Sicilia perché il clima è più consono e più simile a quello dei maghrebini che arrivano. Se noi dovessimo perdere tempo per fare le tendopoli e gestirle non possiamo lavorare e produrre per il resto d'Italia». Nel frattempo la Lega boccia pure la proposta del ministro degli Esteri Frattini di incentivare i rientri in patria dei nordafricani con un bonus di 1500 euro. Un'idea che, nonostante raccolga commenti critici anche all'interno del Pdl, il titolare della Farnesina non vuole lasciare cadere: «Ci sembra strano dire di no, sono soldi della Ue». E sul tema interviene Giulio Tremonti. Il ministro dell'Economia spiega di non aver studiato l'ipotesi di Frattini, ma su una cosa non ha dubbi: «I soldi europei sarebbero comunque soldi italiani. La via maestra è aiutarli a casa loro». E propone di «destinare una quota dell'Iva, via volontariato, per aiutare quei popoli in casa loro». Nel frattempo, guarda con una certa preoccupazione a ciò che sta accadendo nel Mediterraneo, ma anche in Siria («È la caduta di un regime che è stato in piedi mezzo secolo»): «È una catena di rivolte, di rivoluzioni, che inizia dall'Atlantico, arriva a metà del mondo arabo, al Golfo, arriverà in Asia. Il vecchio mondo è finito».

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