Lactalis: Parmalat resterà in Italia

Èuna vera e propria corsa contro il tempo. E per di più in salita. La battaglia su Parmalat è ancora aperta anche se, a meno di colpi di scena dell'ultimo momento, la sorte sembra segnata. Il decreto messo a punto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti non ferma i francesi di Lactalis che forti del 29% non hanno ostacoli sulla loro strada anche se lanciano messaggi rassicuranti. Antonio Sala, presidente di Gruppo Lactalis Italia ieri ha precisato che «Lactalis manterrà l'identità italiana di Parmalat» e ogni ipotesi «di delocalizzazione o anche solo di spostamento di uffici è priva di qualsiasi fondamento». Nei piani d'oltralpe, spiega Sala, «c'è un piano di crescita in Italia e nei mercati internazionali; sviluppo che si fonda sulla sua attuale struttura». Smentite anche le voci che vogliono i francesi interessati soltanto alla cassa dell'azienda italiana. «La tesoreria di Parmalat deve essere utilizzata unicamente per il suo sviluppo». Rassicurazioni a parte, lo sbarramento ai francesi ha tempi brevi. Se l'ad di Collecchio, Enrico Bondi, vorrà posticipare la data dell'assemblea degli azionisti, come prevede il decreto, dovrà convocare un consiglio d'amministrazione entro il 7-8 aprile altrimenti si andrà alla conta nell'assemblea del 14 aprile già convocata. Ma Bondi difficilmente farà questo passo senza una cordata italiana pronta a fronteggiare i francesi. E al momento questa cordata non c'è. Ferrero non si è ancora mosso. Altra incognita è la possibilità per il Parlamento di emendare il decreto al momento della conversione in legge. Ieri Tremonti ha ribadito che intende adottare la legge francese anti-opa, sottolineando che il latte in Francia «è considerato un settore strategico». «Noi andremo a chiedere in Europa la possibilità di fare in Italia quello che si fa in altri Paesi». Le ipotesi di integrazioni del decreto su cui stanno lavorando i tecnici sono: più poteri alla Consob per i cambi di proprietà delle società, abbassamento del limite oltre il quale c'è l'obbligo dell'opa e i settori strategici in cui è possibile sterilizzare il diritto di voto degli azionisti esteri.