L'inchiesta sulle case della governatrice Polverini scatena l'opposizione, che chiede chiarezza.
L'affairePolverini ha confermato un'impressione che in questo primo anno di amministrazione regionale è stata piuttosto condivisa. Cioè che tra la governatrice e la sua maggioranza non ci sia un feeling consolidato. Anzi. Dalle mancate nomine degli ex consiglieri nelle agenzie regionali (tranne poche eccezioni) fino all'ira della presidente per la gestione delle trattative sul bilancio del capogruppo Fiorito, le frizioni ormai sono all'ordine del giorno. Così è successo che a difendere a spada tratta la governatrice del Lazio siano rimasti non più di due esponenti del partito principale del centrodestra. Sicuramente il vicecoordinatore del Lazio ed eurodeputato Alfredo Pallone che, nonostante gli impegni a Bruxelles, se l'è presa tutti i giorni con «lo sciacallaggio politico» della Sinistra «giustizialista» (con cui peraltro ha sempre avuto un buon rapporto), invitandola ad abbassare i toni. Netta anche la scelta dell'ex consigliere Donato Robilotta che si è gettato a testa bassa contro il centrosinistra per tenere alto l'onore della governatrice. E se l'Udc sostanzialmente non è «pervenuta», l'approccio della Lista Polverini è stato piuttosto debole: un paio di consiglieri (Brozzi e Bernaudo) hanno infatti assicurato che la Commissione d'indagine messa in piedi dall'assessore Buontempo si occuperà anche delle case della governatrice (e questa sarebbe una difesa?). Per il resto tanto imbarazzo e qualche dichiarazione di circostanza. Ma niente di più. Un po' poco, non c'è che dire. Intanto ieri sono stati i capigruppo del Pd Montino e dell'Idv Maruccio ad attaccare. «Dal 2001 al 2002 mentre le famiglie italiane si indebitavano fino al collo contraendo mutui salati per acquistare la prima casa ai prezzi altissimi imposti dal mercato immobiliare, l'attuale presidente della Regione aveva nella sua totale disponibilità oltre alla casa di proprietà anche due appartamenti di enti pubblici. Difficile capire come tutto questo sia stato possibile e infatti è partita l'inchiesta della magistratura. Io credo che fornire spiegazioni sia ormai un atto dovuto e non piu rinviabile», ha detto Montino. Rincara la dose Maruccio: «In una città in cui le persone normali fanno fatica a trovare una casa, per non parlare delle lunghissime attese per una casa popolare, com'è possibile che la presidente Polverini potesse avere a disposizione, contemporaneamente, una casa di proprietà, una casa Inpdap e una casa Ater? Se questa notizia fosse confermata, si travalicherebbe la questione di opportunità politica e si profilerebbe un vero e proprio illecito. Sarebbe il caso che la presidente della Regione uscisse dal suo altero mutismo e spiegasse ai cittadini del Lazio, che tanto faticano per avere una casa, questo e i tanti altri lati oscuri di questa vicenda». A. D. M.