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Il giallo della casa Inpdap di Renata Polverini

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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L'inchiesta sulle case della governatrice Renata Polverini si allarga. Sotto la lente ci sarebbe ora l'abitazione nella zona Eur-Torrino che la presidente avrebbe affittato dall'Inpdap, l'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, nel 1997 e acquistato nel 2002 per 148 mila euro. Le date sono importanti. Nel 1997 (e fino al 2004) la Polverini risulta residente nella casa Ater di via Bramante, nel quartiere di San Saba. L'abitazione popolare, di 60 metri quadrati al quarto piano senza ascensore, è stata assegnata ai primi del Novecento alla famiglia del marito. Poi è rimasta a lui. La governatrice ci va ad abitare nel 1989 dopo aver sposato Massimo Cavicchioli. Prezzo dell'affitto 380 euro al mese, comprensivo della penale per chi ha un reddito eccedente il limite previsto dall'istituto. Prima questione: come è stato possibile che la Polverini affittasse la casa Inpdap a canone agevolato se già risultava residente in quella Ater? Presto saranno esaminate le autocertificazioni presentate dalla governatrice all'ente. Ci sarebbe un secondo punto nel mirino degli inquirenti. L'anno è il 2001, la Polverini risulterebbe avere nella sua disponibilità tre appartamenti: uno è quello assegnato al marito, dove lei è residente, cioè a San Saba. Il secondo è quello del Torrino, affittato e in seguito acquistato. Il terzo si trova a Monteverde: comprato dalla governatrice proprio in quel periodo. Tre case, di cui due a canone agevolato. Ma non è tutto. La casa del Torrino, in via della Grande Muraglia, che la Polverini ha acquistato, come previsto dalle norme di alienazione degli immobili pubblici, con una forte riduzione, è stata rivenduta nel 2007 a 234 mila euro. L'acquisto dall'ente è stato reso possibile dalla donazione effettuata dalla Polverini trenta giorni prima dell'abitazione di Monteverde alla madre (è vietato comprare abitazioni da enti pubblici se l'affittuario è già proprietario di altre case nello stesso Comune). Si tratta dunque di due punti piuttosto oscuri della vicenda. Dal canto suo la Polverini ha scelto di parlare subito dopo la prima inchiesta lanciata da L'Espresso. Ha spiegato che la casa a San Saba non è mai stata un «affitto alla presidente della Regione né tantomeno di favore, ma di una questione che riguarda esclusivamente il marito». Tantomeno, ha aggiunto la governatrice, «nella vicenda esiste alcun disegno speculativo, in considerazione del fatto che l'immobile in questione, come tutto il complesso al quale appartiene, non è stato mai inserito in alcun piano di vendita, per complesse questioni di carattere giuridico-urbanistico mai risolte». Ma l'indagine continua e ora si concentrerà sulle altre comprevendite.

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