Napolitano critica la nomina di Romano

Nel Pdl ancora non riescono a comprendere. Non riescono a capire come sia stato possibile. Come sia potuto accadere che Saverio Romano sia arrivato al Quirinale, abbia giurato, che Napolitano si sia messo a scherzare con i figli che avevano accompagnato il neoministro dell'Agricoltura per questo giorno solenne. Che abbia poi brindato pure con i flute di spumante per il nuovo componente del governo e sia rimasto a chiacchierare pure con il figlio di Romano. E dopo mezz'ora abbia fatto diramare una nota con la quale sostanzialmente afferma di essere stato costretto a nominare quel nuovo titolare del dicastero delle Politiche Agricole e di fatto dandogli pure un po' del mafioso: Romano è indagato per concorso esterno di tipo mafioso, la Procura ha chiesto l'archiviazione ma il gip non l'ha ancora concessa. «La nomina - spiega uno dei big del partito del premier - è del presidente della Repubblica. Se aveva tutte quelle riserve poteva non firmare: il premier fa solo la proposta». La tensione tra palazzo Chigi e Quirinale sale ancora. Che cosa è successo? Berlusconi, assieme a Gianni Letta e Romano, sale al Colle per la nomina del nuovo titolare del dicastero di via XX settembre e lo spostamento di Giancarlo Galan ai Beni Culturali. Cerimonia, brindisi e festa. Dopo poco arriva dall'ufficio stampa del Quirinale: «Il presidente della Repubblica dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell'onorevole Romano a ministro dell'Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni. Essendo risultato che il giudice per le indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo, e che sono previste sue decisioni nelle prossime settimane, il Capo dello Stato ha espresso riserve sulla ipotesi di nomina dal punto di vista dell'opportunità politico-istituzionale. A seguito della odierna formalizzazione della proposta da parte del presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica ha proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego. Egli ha in pari tempo auspicato che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l'effettiva posizione del ministro». Romano la prende male, arriva alla Camera e si dichiara «dispiaciuto» per il comunicato «inesatto» del Quirinale. «A mio avviso quella nota - spiega ai cronisti in Transatlantico a Montecitorio - non riflette il pensiero del capo dello Stato, che è stato augurale nei miei confronti e dal quale ho avuto un'ottima accoglienza». «Inoltre - aggiunge il neoministro - purtroppo il comunicato è anche inesatto: perché non sono imputato ma solo indagato e c'è una richiesta di archiviazione nei miei confronti. Tutti possiamo sbagliare, immagino che l'estensore di quella nota abbia usato una terminologia non appropriata», conclude. In serata solo una precisazione del Quirinale che suona come una conferma. L'ufficio stampa del Quirinale afferma di non averlo mai definito «imputato». In serata Berlusconi vede a cena i Responsabili e conferma che entro dieci giorni sarà completato il rimpasto nominando anche i sottosegretari.