Sinistra bombardata sulla Libia
Larisoluzione sulla Libia, o meglio le risoluzioni, sono ben cinque quelle presentate (da Pdl-Lega, Pd, Idv, Terzo Polo e Radicali), arrivano in Senato. Ed è bagarre. Il parere unanime (assente il Carroccio) espresso da maggioranza e opposizione nelle commissioni bicamerali di Difesa e Affari Esteri è solo un ricordo. Anche il voto sull'intervento contro il regime di Muammar Gheddafi diventa infatti un voto politico, con la sinistra e il Terzo Polo che tentano in tutti i modi di far passare per divisi Pdl e Lega in fatto di politica estera e la maggioranza che tiene il punto. Intanto i fatti: il ministro degli Esteri Franco Frattini apre alla risoluzione del Pd (la stessa sottoscritta dalle commissioni) e chiede alla maggioranza di integrare il suo testo con quello dei Democratici. Il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri accoglie la richiesta. Tutto sembra andare nella direzione di un voto bipartisan, ma Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd alza il tiro e propone di non votare le varie risoluzioni sull'impegno dell'Italia nella crisi libica, alcune per parti separate, ma di fare insieme il passo di votare semplicemente una risoluzione unica con la dizione: «Udite la relazione e le conclusioni del ministro Frattini il Senato approva». Il Carroccio non ci sta: così facendo verrebbero meno alcune delle condizioni «imprescindibili» sull'immigrazione dettate dai leghisti. A far discutere è il punto della risoluzione Pdl Lega che impegna il governo «ad insistere, così come stabilito dai punti 6 e 7 del Consiglio Affari Esteri dell'Ue del 21 marzo 2011 (il riferimento è al principio di solidarietà comunitaria nei confronti degli Stati Membri più direttamente interessati dai movimenti migratori, ndr), affinché l'Ue renda immediatamente operativa un'azione di pattugliamento del Mediterraneo in funzione di deterrenza e di contrasto alle organizzazioni criminali legate anche a gruppi terroristici e dedite al traffico di esseri umani, nonché in funzione di prevenzione migratoria e di assistenza umanitaria». Alla fine, il presidente del Senato Renato Schifani decide di far votare tutte le risoluzioni «al fine di garantire il massimo dell'espressione a tutti i gruppi parlamentari». L'Aula approva con 156 voti a favore 15 contro e una astensione la risoluzione della maggioranza integrata con la risoluzione del Pd, che è identica a quella votata dalla commissione Esteri venerdì scorso, così come richiesto a nome del governo dal ministro Franco Frattini. Il documento di Pdl e Lega impegna il governo, in particolare a pattugliare il Mediterraneo per prevenire i flussi migratori, riattivare quanto prima gli accordi bilaterali in materia energetica con la Libia, affidare alla Nato il comando e il controllo delle operazioni militari. Il documento del Pd, assunto nel testo della maggioranza con il parere favorevole del governo (e approvato a sua volta con 127 sì, nessun voto contrario e 5 astenuti, mentre il Pdl non ha partecipato al voto) impegna il governo ad assicurare la protezione delle popolazioni della regione, nello scrupoloso rispetto della risoluzione 1973 e delle relative prescrizioni e, inoltre impegna ad adottare ogni iniziativa per assicurare che l'Italia partecipi attivamente con gli altri Paesi disponibili alla piena attuazione della risoluzione 1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto pericolo di attacco auspicando intese sui documenti presentati. Respinti le altre tre risoluzioni. Fallita, anche stavolta, dall'opposizione la possibilità di anteporre l'interesse del Paese ai propri.