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Napolitano fa felice il Carroccio

Giorgio Napolitano

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Il federalismo. Ma anche lo sviluppo e il sentimento nazionale. Il presidente della Repubblica non usa mezzi termini e, prima a Milano poi a Varese per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, dà spinta alle riforme che, dice, devono essere condivise. «La riforma del Titolo V della Costituzione è la sola che è stata portata a conclusione con l'impegno di governi di diverso orientamento - spiega il Capo dello Stato - Adesso proprio perché vogliamo che il nuovo cambiamento istituzionale in senso federalistico abbia basi durevoli, affinché non sia solo un'altra tappa abbiamo il dovere di fare le cose per bene. Dobbiamo agire con grande ponderazione ed equilibrio, mirando a ravvivare e rafforzare l'unità nazionale attraverso un sistema di federalismo solidale. Per ciò dobbiamo portare a termine questo compito con il massimo sforzo di condivisione». Ovviamente la Lega festeggia. È il ministro dell'Interno Maroni a definirle «parole importanti e condivisibili». Proprio lui aveva già incassato la stima del Capo dello Stato che, sulla Libia e gli immigrati, aveva detto: «Ho apprezzato l'impegno del ministro Maroni in questi frangenti. Lavoriamo in piena sintonia». Ma Napolitano si è concentrato soprattutto sull'economia. Del resto sviluppo e strategie economiche tornano nell'agenda del governo che, entro aprile, dovrà presentare alla Ue il piano nazionale di riforme, nell'ambito dei passi necessari ad abbattere il nostro debito pubblico che nel giro di alcuni anni dovrà scendere dal 119% al 60% del Pil. «In questo periodo - ha osservato Napolitano - ci tocca fare i conti con molte difficoltà. Dobbiamo guardare ai problemi attuali e anche a quando saremo usciti dal tunnel della crisi, e ne usciremo». Non rinuncia a un invito a «cittadini e amministratori locali»: essi, ha spiegato, «devono vigilare affinché ci sia una distribuzione equa dei sacrifici necessari per ridurre la spesa corrente a causa dell'alto debito accumulato in decenni». Su questo terreno buone notizie arrivano dal Pd, che ha illustrato alle parti sociali le sue proposte di riforme. Il segretario Pier Luigi Bersani, infatti, ha annunciato la «disponibilità» del partito a discutere «in Parlamento» le riforme economiche. Un cambio di prospettiva dopo gli inutili tentativi di spallata. Dal canto suo Napolitano si è soffermato anche sul «sentimento nazionale» che, ha detto, «non è soltanto un omaggio a un valore ideale, o alla nostra storia, per quanto, in generale, siamo molto avari di riconoscimenti verso la nostra storia». E ha aggiunto: «Ci sono altri Paesi bravissimi ad esaltare la loro storia: noi siamo molto timidi, un po' riluttanti e, a volte, eccessivamente frenati; io ho voluto anche reagire a questo». Il Capo dello Stato ha poi ribadito che da questo 150° ha ricavato «motivi di orgoglio e fiducia». «Entrambi ci occorrono - ha affermato - per far fronte alle sfide che abbiamo davanti». Durante le visite a Torino, Milano e Varese, ha sostenuto, sono stato «testimone di prove concrete di quanto sia profondo e naturale il sentimento nazionale del nostro Paese. Ci possono essere delle divergenze sul modo di celebrare l'anniversario e nei giudizi storici, ma che questo sentimento sia profondo e che vi sia la consapevolezza e l'essenzialità di rafforzare questo dato dell'unità del Paese, non avrei tanti dubbi».

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