Arriva il decreto anti scalate
È una corsa contro il tempo. Mentre Lactalis fa incetta di azioni Parmalat, arrivando a un soffio da quel 30% dopo il quale scatta l'obbligo dell'opa, al ministero dell'Economia si lavora per mettere a punto un decreto antiscalate. Il modello, come ha detto il ministro Giulio Tremonti, è quello francese. Era il 2006 quando i «cugini» d'oltralpe per sbarrare la strada all'Enel su Suez finita poi nelle mani di Gaz de France, misero a punto un testo a protezione delle loro imprese strategiche. Nello stesso anno gli Stati Uniti cercarono di prendersi la Danone ma furono respinti. Ora Tremonti vorrebbe usare le loro stesse armi per sbarrare la strada a uno shopping diventato selvaggio. Lactalis, infatti, del tutto indisturbata, giorno dopo giorno sta conquistando terreno nell'indifferenza di imprese italiane che esitano a scendere in campo a fianco di Intesa SanPaolo. I tempi di Cuccia in cui le azioni non si contavano ma si pesavano, è finito. Ora contano solo i soldi sonanti e la spregiudicatezza. Il finale di questa partita a scacchi è per il 14 aprile, data dell'assemblea che dovrà decidere il cda dell'azienda di Collecchio. Mancano quindi pochi giorni. A mettere in moto Tremonti, dicono al ministero, sembra sia stata l'operazione di acquisto lampo di Bulgari da parte del colosso Lvmh senza che via XXSettembre fosse informata. Un vero e proprio sgarbo diplomatico che ha irritato il ministro che già da tempo sta pensando a una norma per blindre i gioielli italiani. In gioco oltre a Parmalat c'è anche Edison nel mirino di Edf. Il testo in elaborazione (un decreto vista l'urgenza) dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi. Ieri in serata Tremonti ha avuto un colloquio con Berlusocni a Palazzo Grazioli proprio su questo argomento. I tecnici sono al lavoro per evitare uno stop da parte di Bruxelles. La base del provvedimento sarà la legge francese anti-opa del 2006 approvata da Parigi. La normativa della Francia contro le scalate prevede che gli investitori stranieri che vogliano prendere il controllo in società che operano in settori strategici come la difesa, devono chiedere l'autorizzazione di Parigi. In quella normativa la Francia ha dichiarato strategici 11 settori della sua economia stabilendo che gli investitori stranieri che vogliano prendere il controllo in società che operano in questi settori devono chiedere l'autorizzazione di Parigi. L'Italia dovrebbe fissare paletti per almeno quattro settori: l'energia, la difesa, l'agroalimentare e le telecomunicazioni. Inoltre verrebbe consentito a una società oggetto di Opa ostile di aumentare la capitalizzazione per rendere così più costosa l'acquisizione. Su tutto varrà il principio europeo della reciprocità: la possibilità per un partner europeo di fermare l'avanzata di un altro partner comunitario nelle proprie aziende nel caso in cui quel Paese abbia fatto lo stesso. Poi verrebbe previsto un arco di tempo tra la presentazione dell'offerta straniera e la formazione di uan cordata nazionale. Nel decreto di Tremonti verrebbero rafforzati anche i poteri di controllo della Consob. Tra le ipotesi c'è quella di obbligare, sul modello francese, chi ha intenzione di effettuare una scalata a dichiarare le proprie intenzioni alla Consob. Ma queste misure così stringenti rischiano di essere sanzionate da Bruxelles che già intervenne a suo tempo su Parigi. I sindacati seguono la situazione con attenzione. «L'Italia deve proteggere le imprese strategiche, come avviene negli altri Stati» ha detto il leader della Uil Luigi Angeletti.