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«Il governo si dia da fare per portarli a casa»

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Compirà46 anni a luglio ed è di Gaeta dove vive con la famiglia. La moglie, Maria Di Vasta, insospettita dalle telefonate che continuava a ricevere l'altro ieri mattina da alcuni amici di Napoli che le chiedevano come stava, ha acceso la televisione, ha riconosciuto il nome della nave su cui stava il marito, ed è così che ha appreso la notizia. Nessuno l'aveva avvertita del sequestro. Nemmeno l'unità di crisi della Farnesina. «Siamo stati abbandonati - è stato il suo sfogo -, le autorità finora non si sono fatte sentire. Le uniche notizie che ricevo sono quelle della compagnia che mi dice di non preoccuparmi, che la situazione è sotto controllo e che loro sono in stretto contatto con la Farnesina». Poi l'appello: «Spero che il governo si dia da fare e che al più presto, non solo mio marito ma tutti i membri dell'equipaggio sequestrato tornino a casa». Il comandante Chiavistelli si era imbarcato sull'Asso 22 da poco più di una settimana, precisamente il 10 marzo. Diplomatosi all'istituito nautico Caboto, come molti gaetani ha intrapreso la via del mare. Luigi ed Anna Chiavistelli hanno tre figli: due maschi ed una bambina, rispettivamente di 23, 21 e 10 anni.: «Ho voluto che i due figli grandi andassero al lavoro - ha spiegato la signora Maria - Voglio che per quanto possibile la vita scorra normalmente e che questo brutto incubo passi presto». E mentre il telefonino continua a squillare, Maria ha raccontato dell'ultima volta che lo ha sentito: «È stato venerdì scorso. Mi ha telefonato dalla nave. Stavano tornando nel porto di Tripoli per fare il rifornimento di gasolio. Poi è successo quel che sappiamo. Ma nulla lasciava presagire ciò che è poi accaduto».

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