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segue dalla prima di MAURIZIO PICCIRILLI I cacciabombardieri di Francia e Gran Bretagna si sono alzati subito in volo.

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Lepromesse di clemenza dei giorni scorsi sono svanite non appena la comunità internazionale ha concretizzato la volontà di intervenire. Il Ministero della Difesa libico ha, poi, minacciato di attaccare il traffico aereo e marittimo sul Mediterraneo in caso di intervento militare estero nel Paese: «Ogni operazione militare estera contro la Libia metterà a rischio tutto il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo, e ogni mezzo mobile civile o militare sarà obiettivo di una controffensiva libica», ha dichiarato un portavoce del Ministero della Difesa di Tripoli, citato dalla Jana. Una dichiarazione di guerra. Che dopo la decisione Onu diventa una proposta di «cessate il fuoco» da parte del governo libico. Il Consiglio di sicurezza si era riunito per discutere sulla risoluzione anti Gheddafi con la disponibilità della Lega Araba a partecipare all'azione militare. Emirati e Qatar si erano detti pronti a fornire gli aerei. L'Egitto invece si era chiamato fuori, ma la Clinton aveva ottenuto la disponibilità di utilizzare la base aerea di El Mansoura sul Delta del Nilo, a quindici minuti di volo da Bengasi. Ieri mattina il sottomarino americano «Uss Providence», armato con missili da crociera Tomahawk, si è posizionato nel Golfo della Sirte. Il sommergibile ha partecipato nel 2001 al bombardamento di obiettivi in Afghanistan e nel 2003 a quelli in Iraq. Mentre a Bengasi festeggiavano, a Tripoli Gheddafi respingeva la risoluzione dell'Onu affermando sprezzante di non «riconoscere l'autorità dell'Onu». Il testo chiede un immediato «cessate-il-fuoco e la fine completa delle ostilità». Questa frase è stata inserita su richiesta della Russia, che voleva l'approvazione di un testo diverso da quello messo a punto, nella versione finale, dalla delegazione della Francia. Il documento Onu prevede l'utilizzo di «tutte le misure necessarie» per proteggere la popolazione civile in Libia e «il divieto di sorvolo» nello spazio aereo libico. Per effetto della risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, vengono bloccate una serie di entità finanziarie libiche come la Central Bank of Libya, la Libyan Investment Authority, la Libyan Foreign Bank, oltre che la Libyan National Oil Company. I piani d'attacco messi a punto da Francia e Gran Bretagna prevedono raid aerei mirati contro le postazioni dell'esercito libico. Postazione radar, arsenali, ma anche colonne di carri armati saranno nel mirino. La Nato ieri a Varsavia si era detta pronta all'azione. La Clinton, in visita a Tunisi, nel pomeriggio aveva spiegato come una no-fly zone sopra la Libia «richiederebbe bombardamenti di alcuni obiettivi». Non è escluso che tra questi obiettivi possa esserci anche la caserma di Bab al Aziziya a Tripoli, considerata il bunker di Muammar Gheddafi. Ancora poche ore e l'inferno si scatenerà sulla «quarta sponda». Comincia il count-down per il regime di Gheddafi.

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