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Le industrie reagiscono e riaprono

Soccorsi in Giappone dopo il terremoto

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Le imprese straniere scappano da Tokyo, mentre l'industria giapponese inizia a reagire, riaprendo in qualche caso i battenti di alcune fabbriche chiuse: ieri sono ripartite Mitsubishi e Sony, domani Toyota. Il panico nucleare induce diverse multinazionali ad evacuare i loro staff, però, in via precauzionale. Molti uffici chiudono a Tokyo, e i dipendenti vengono ricollocati negli Usa, in Cina, a Singapore. O nel Sud del Paese, per tenersi, insomma, alla larga, dall'incubo radiazioni. La stessa Sony ha dislocato parte della sua produzione in alcune filiali all'estero: notizia che dà respiro al mercato, facendo risalire le azioni. Fra i gruppi in fuga, Blackstone, la principale società di private equity nel mondo, che ha portato il personale di Tokyo fuori dalla capitale, spostando diversi dipendenti a Hong Kong, negli Usa e a Singapore. La banca francese Societè generale ha iniziato le procedure di trasferimento per 200 dipendenti, abitualmente impiegati a Tokyo. Si spostano anche i desk commerciali di gruppi finanziari come Black Rock e Fidelity. Mentre le investments banks giapponesi e straniere stanno cercando di mantenere l'attività in condizioni ordinarie - era impossibile consentire al personale di lavorare da casa, si spiega sul Financial Times, nonostante il mondo del business non sia immune dall'apprensione - le imprese tedesche si organizzano per lasciare, temporaneamente, il Giappone. Bosch, che ha 8 mila impiegati nelle sue 36 sedi nipponiche, ha mandato via da Tokyo 200 dipendenti con le rispettive famiglie. Bmw ha offerto a tutti i suoi dipendenti in loco di lasciare il Paese: 50 hanno accettato, e sono già rientrati a casa. Da ieri, inoltre, Lufthansa ha sospeso i voli per e dalla capitale, deviandoli su Osaka e Nagoya; il cambio di equipaggio avviene in questi giorni nella città di Seul. La svedese Ericsson, leader delle apparecchiature per le telecomunicazioni, ha lasciato in Giappone soltanto il «personale essenziale». Intanto l'industria nipponica reagisce: Mitsubishi ha riaperto tre fabbriche chiuse, mentre la principale casa automobilistica del mondo, Toyota, ha annunciato una ripresa parziale per oggi. Toyota ha chiuso ben 28 fabbriche; l'intenzione è di riavviare la produzione in 7 sedi.

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