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Muammar Gheddafi punta il dito contro l'Italia e i «colonialisti»

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Sentedi avere la vittoria a portata di mano e, in un discorso televisivo al «popolo libico», straparla. «Se questo è un complotto degli stranieri, li schiacceremo. Se è un complotto interno, lo schiacceremo» è il grido di battaglia del Rais che aggiunge: «I colonialisti saranno sconfitti, l'America sarà sconfitta, la Gran Bretagna sarà sconfitta» perché «il popolo libico è pronto a combattere per proteggere il suo petrolio e noi siamo determinati a difendere l'unità della Libia, anche a costo della nostra vita». Poi se la prende con l'Italia rievocando quando il Belpaese chiamava la Libia «la spiaggia di Roma». La televisione araba Al Jazira aveva diviso lo schermo tv in due e, mentre da una parte trasmetteva il discorso del leader libico Muammar Gheddafi a Tripoli, dall'altra mostrava le immagini degli insorti in piazza a Bengasi. È proprio verso quei ribelli definiti dal Rais «ratti» e «cani infiltrati nella societa», che Gheddafi lancia l'ennesima offensiva: «Siamo determinati a sconfiggere il nemico». Parole durissime che arrivano a conclusione di una giornata in cui i grandi della Terra si sono riuniti per trovare una strategia comune per risolvere la situazione libica. Purtroppo però questo è stato uno dei G8 più inconcludenti dalla recente storia: Parigi e Londra non sono riuscite a coinvolgere i sei partner europei in un'iniziativa più dura contro il regime di Gheddafi e sembra tramontata anche l'ipotesi di una «no fly zone». Quindi, nel più classico degli scaricabarili, gli otto Paesi più industrializzati d'Europa hanno investito il Consiglio di sicurezza dell'Onu affinché «aumenti le pressioni», anche attraverso nuove sanzioni sul governo del Colonnello. Lunedì sera una lunga cena dei ministri degli Esteri aveva già fatto capire che non c'era nulla di stringente da concludere. Poi, ieri pomeriggio, la conferenza stampa finale è parsa confermare come l'atteggiamento molto deciso della Francia, che aveva coinvolto nella sua ipotesi di «bombardamenti mirati» anche la Gran Bretagna, stesse sfumando nel nulla. Così, otto ministri (Francia, Italia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Giappone, Stati Uniti e Canada) si sono messi d'accordo per sottoporre al Consiglio di sicurezza una nuova risoluzione che rafforzi le sanzioni alla Libia. A Gheddafi, il G8 chiede di «rispettare le legittime rivendicazioni del popolo libico sui suoi diritti fondamentali» mettendolo in guardia «contro le drammatiche conseguenze di un rifiuto». Comunque, il progetto di nuova risoluzione Onu sulla Libia non comporta lo stabilimento di una no-fly zone, ma solo nuove sanzioni contro il regime libico. Intanto ci sono tensioni tra Obama e Clinton sull'ipotesi di stabilire una no-fly zone in Libia, col segretario di Stato che preme sul presidente. Contestualmente gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di finanziare la rivolta anti-Gheddafi in Libia utilizzando parte dei miliardi di dollari sequestrati in America al leader libico.

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