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Enel conferma gli investimenti nel nucleare italiano

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.In attesa dell'esito del referendum abrogativo previsto per il 12 giugno sulla scelta nucleare italiana, l'Enel, il gruppo guidato dall'ad Fulvio Conti, non sposta una virgola del piano di investimenti che prevede il rilancio dell'atomo in Italia. Conti lo ha ribadito ieri a Londra nel corso della presentazione alla comunità finanziaria del piano industriale fino al 2015. «Certamente continuiamo a essere impegnati nei confronti del nucleare italiano», ha spiegato il capo di Enel che ha voluto sottolineare che «i nostri impianti sono sicuri, affidabili e collaudati: ci sono sistemi di protezione per far fronte ad ogni tipo di emergenza». Una scelta quella dell'atomo che si coniuga con al necessità di ridurre i costi dell'elettricità e le emissioni. È per questo che, contrariamente a quanto già successo nel 1987 con il referendum post-Chernobyl, questa volta «non si deve reagire in maniera emotiva» alla luce delle fughe radioattive della centrale giapponese di Fukushima: «dobbiamo avere attenzione verso tutte le tecnologie e non si può escludere il nucleare». Certo la volontà del popolo resta sovrana. Porre la parola fine al rilancio dell'atomo (da cui Enel nel 2010 ha tratto 900 milioni di euro su un Ebitda di oltre 17 miliardi), dopo aver preparato il terreno per il suo ritorno, rappresenterebbe un «enorme danno», ma, «se ci fosse una decisione avversa da parte del Governo, Enel ha sempre rispettato le leggi e rispetteremo anche questa decisione, che spero comunque che non venga presa», ha ribadito Conti. Al momento l'addio al nucleare in Italia non peserebbe sui conti del gruppo, visto che nel piano al 2015 sono circa 300-400 milioni gli investimenti visti come «preparazione» all'attuazione del programma. L'emotività per ora non è la dominante degli investitori. Il titolo in Borsa ha perso lo 0,54% a 4,058 euro, in un listino che ha però lasciato sul terreno il 2%.

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