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Bankitalia commissaria Ubae La banca del petrolio di Tripoli

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.Ieri gli uffici di Via Nazionale hanno disposto l'amministrazione straordinaria per Ubae, l'istituto controllato a maggioranza dalla Lybian Foreign Bank con il 67,55% dal capitale. Un atto dovuto, ha precisato la Banca d'Italia, sulla base di quanto deciso l'11 marzo scorso dall'Unione Europea che ha disposto misure di congelamento nei confronti, tra gli altri, della Banca Centrale Libica (BCL) e della Libyan Foreign Bank (LFB). Si tratta degli enti che, secondo Palazzo Koch, risultano controllanti e principali finanziatori di Banca Ubae. Banca d'Italia utilizzando i poteri che le derivano dal Testo Unico Bancario ha disposto la sospensione degli organi di amministrazione e di controllo, la nomina di due commissari Vincenzo Cantarella e Maurizio Losavio e l'avvio della gestione provvisoria della banca. Si tratta della facoltà concessa al Governatore dall'articolo 76 del dlgs. 385/93 il cosiddetto Testo Unica Bancario (Tub). Che però limita l'amministrazione provvisoria a un termine non superiore a due mesi. In questo lasso di tempo la gestione della banca è affidata dunque agli organi straordinari, che operano sotto la supervisione della Banca d'Italia, tenendo conto delle indicazioni del Comitato di Sicurezza Finanziaria. Ma la banca prosegue regolarmente la propria attività. In particolare Ubae continua a operare nell'attività di finanziamento al commercio internazionale, principalmente la vendita di petrolio fra Libia e Italia, oltre che in alcuni Paesi del Nord Africa, Medio Oriente e nel Golfo, nel comparto infrastrutture e nel crescente settore della finanza islamica. La liquidità, che deriva anche da investimenti da parte di banche, governi ed entità semipubbliche dell'area (anche la Lafico, la holding della famiglia Gheddafi) viene inoltre utilizzata per prestiti interbancari e acquisti di bond e partecipazioni. Gli asset, a fine 2009, ammontavano a 2,4 miliardi di euro. Ubae è nata nel 1972, dunque nei primi anni del regime del Colonnello, per nornalizzare i rapporti economici tra Tripoli e Roma, tra i soci fondatori ebbe anche Eni, Bnl e il Banco di Roma poi confluito in Unicredit. La banca italiana guidata dal'ad Federico Ghizzoni è rimasta secondo azionista con una quota del 10,79%. Tra gli altri soci italiani si contano Eni - Adfin (5,39 %), Sansedoni Siena di Monte Paschi (3,67 %), Telecom Italia (1,80 %) e Intesa Sanpaolo (1,80 %). L'ad di quest'ultima, Corrado Passera, ha detto sul commissariamento da parte di Bankitalia: «Non sono informato e non è importante».

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