La centrale di Fukushima
Nonè la prima volta che la centrale di Fukushima finisce sotto i riflettori. Nel 2008 un altro sisma provocò una fuoriuscita di liquido radioattivo da un barca dove erano depositate barre di combustibile nucleare esaurite. Nel 2006, invece, vi fu una fuga di vapori radioattivi da un condotto e nel 2002 furono scoperte alcune fessure nelle tubature dove scorre l'acqua usata nell'impianto. Nel 2000 l'allarme più grave, quando si dovette disattivare un reattore dell'impianto perché era stato scoperto un buco nella barra di combustibile. E anche nel 1997 e nel 1994 si sono verificati degli incidenti, anche se di natura minore. Il vero scandalo, però, riguarda la società che gestisce l'impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco). Nel 2002, infatti, il presidente della compagnia elettrica più grande del Paese, fu costretto a rassegnare le dimissioni insieme con altri quattro dirigenti in seguito ad uno scandalo relativo alla falsificazione di documenti sulla sicurezza nucleare. In quell'occasione venne interrotta l'attività di cinque reattori, inclusi i due danneggiati in seguito al terremoto di venerdì, per effettuare le necessarie ispezioni. Qualche anno più tardi la compagnia si ritrovò nuovamente nei guai per aver manomesso dei dati. Alla fine del 2006, il governo ordinò alla Tepco di una serie di verifiche dopo aver scoperto la falsificazione di documenti relativi alle temperature dell'acqua di raffreddamento nella centrale di Fukushima N1 (la Fukushima-Daiichi che ha iniziato ad operare nel 1971) nel 1985 e nel 1988. Passò un anno e la Tokyo Electric Power dovette di nuovo affrontare accuse di falsificazioni. Anzi, fu la compagnia stessa ad ammettere di aver trovato dati falsi nel passato. In questo caso però non venne chiuso nessuno dei suoi impianti.