Istituita rappresentanza italiana del Consiglio libico transitorio
Lohanno annunciato i promotori dell'iniziativa nel corso di una conferenza stampa a Roma, a margine della manifestazione in piazza del Popolo. La struttura, denominata «Coordinamento in Italia Libia repubblica democratica», ha una sede centrale a Roma e intende aprire sedi di rappresentanza in ogni regione italiana. Il coordinamento centrale è affidato alla Capitale che avrà il compito di mantenere i contatti con il consiglio nazionale di Bengasi, l'organo di autogoverno istituito dagli insorti. I promotori dell'iniziativa hanno trasmesso un messaggio forte al governo italiano. «Chiediamo al premier Silvio Berlusconi a al ministro degli Esteri Franco Frattini di riconoscere ufficialmente il consiglio libico», ha detto Hisham Eldeghili, rappresentante della comunità libica in Italia nonché membro della nuova rappresentanza. «Speravamo che l'Italia ci riconoscesse prima della Francia, invece ancora non lo ha fatto», ha detto Edelghili, membro della rappresentanza del consiglio di Bengasi in Italia. «Ci aspettiamo da Roma un messaggio chiaro e determinato affinchè riconosca anche il nostro ufficio di rappresentanza». «Chiediamo a Frattini e Berlusconi - hanno incalzato i membri della rappresentanza libica degli insorti - di agire in modo serio. Non si può solo dire che cosa fa l'Europa bisogna riconoscere subito il consiglio di Bengasi». L'Italia, hanno aggiunto, non pensi «a una grande migrazione in arrivo, sicuramente non ci sarà un'invasione della popolazione libica in Italia». Adesso è importante che Roma «riconosca il nuovo governo». La rappresentanza intende fare soprattutto un lavoro di informazione per evitare che passi un'immagine sbagliata della rivolta. «Gheddafi vuole rovinare l'immagine della nostra rivoluzione che è fatta da cittadini comuni, avvocati, medici. Non possiamo permettere a Gheddafi e a nessun altro né di rubare né di sporcare la nostra rivoluzione», ha aggiunto Eldeghili.