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Diciassette italiani mancano all'appello

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Nell'areapiù pericolosa, quella di Miyagi, ci sono ancora 17 connazionali che l'ambasciata d'Italia a Tokyo non è riuscita a contattare. O, più precisamente, dai quali non ha avuto risposta alle e mail inviate. Cinque di coloro che mancano all'appello sono nella zona di Fukushima dove si trova l'impianto nucleare in cui è avvenuto l'incidente anche se l'ambasciatore d'Italia a Tokyo, Vincenzo Petrone dubita «che possano trovarsi nel raggio di 10 chilometri dall'impianto». Procede senza sosta l'operazione di monitoraggio dell'emergenza messa in piedi dall'ambasciata d'Italia a Tokyo. La cellula di pronta risposta attivata presso la sede diplomatica continua a prestare un'assistenza no-stop ai connazionali in difficoltà. Un lavoro che procede a braccetto con quello dell'Unità di crisi della Farnesina che raccoglie le richieste di informazioni da parte di familiari di connazionali che si trovano in Giappone. Di fatto, come riferito dall'ambasciatore Petrone, «un contatto» è stato stabilito «con tutti gli italiani» presenti in Giappone al momento del sisma, circa 3000 tra residenti e turisti. Nel caso dei 17 connazionali non ancora rintracciati il diplomatico ha spiegato che «il punto è che non hanno risposto alle nostre email ma è certo che le hanno ricevute».

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