La Lega non molla: "Procuratori e pm eletti dal popolo"
«La Lega Nord darà un contributo convinto alla riforma della giustizia preannunciata dal governo e respinge al mittente l’accusa secondo la quale ci sarebbe nella maggioranza un patto di scambio tra giustizia e federalismo». Carolina Lussana, vicecapogruppo della Lega Nord a Montecitorio e membro della commissione Giustizia non usa mezzi termini per attaccare la faziosità della sinistra e continua: «Purtroppo quando si parla di giustizia l'opposizione non ragiona in termini di confronto sereno e tira in ballo un voto di scambio che è una falsità. Per noi della Lega è certamente prioritario il federalismo ma diciamo anche un sì convinto alla riforma sulla giustizia. Del resto il primo a rinnovare l'ordinamento giudiziario che attendeva una modifica da più di 60 anni è stato l'ex Guardasigilli leghista Roberto Castelli». Onorevole Lussana il vostro "sì convinto" nasce però da una condivisione della riforma oppure è dovuto a un sentimento di fedeltà al Pdl? «Il nostro sì convinto nasce dai punti di forza della riforma. Ad esempio il testo guarda agli interessi del cittadino e infatti stabilisce che, grazie alla separazione delle carriere tra chi vuol essere magistrato giudicante e chi pubblico ministero, il giudice sarà veramente terzo e imparziale. Il secondo punto di forza è rappresentato da quei correttivi che cercano di porre fine all'autoreferenzialità della magistratura per cui controllori e controllati sostanzialmente si identificano. E infine c'è un altro punto che noi leghisti riteniamo indispensabile: un maggior coinvolgimento dei cittadini nel potere giudiziario. La nostra idea è quella di prevedere la possibilità che i cittadini possano eleggere i procuratori o i pubblici ministeri. Un'opportunità che magari potrebbe permettere loro, attraverso il voto, di indicare delle priorità in merito a quali reati perseguire in base al territorio di appartenenza affinché ci sia una ragionevole durata del processo». Il vostro "si convinto" riguarderà anche il disegno di legge sul processo breve? «Al di là delle polemiche sulla norma transitoria che, credo, il relatore del testo alla Camera abbia intenzione di cancellare, ritengo che il processo breve serva per dare una risposta chiara per risolvere il problema della lungaggine dei processi. Non dimentichiamo che il nostro Paese viene condannato ogni anno dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per miliardi di euro a causa dell'eccessiva lunghezza dei processi». Crede che la sinistra farà ostruzionismo quando si tratterà di discutere la riforma della giustizia? «Spero di no visto che si tratta di una riforma strutturale e costituzionale e che non ha nulla a che vedere con le vicende giudiziarie del premier. Al tempo stesso mi auguro che ci possa essere un ampio dibattito in parlamento e che l'opposizione si confronti sul merito e non la butti in politica». La base della Lega però non sempre sta appoggiando la linea del partito ritenuta essere troppo consenziente nei confronti del premier. «Chi cerca di interpretare il pensiero dei nostri elettori sbaglia. L'umore della nostra base è quello di una grande soddisfazione per aver portato a casa il federalismo demaniale e municipale». Questo federalismo era quello che volevate o per riuscire a portarlo a casa siete stati costretti a stravolgerlo? «Noi abbiamo cercato con Bossi e Calderoli la più larga condivisione possibile attraverso il dialogo e il confronto. Poi è chiaro, non sarà la migliore riforma possibile ma comunque è una buona riforma: un passo importante che segna la fine della finanza derivata e che dà autonomia ai Comuni, alle Regioni e agli Enti locali che, attraverso la previsione di costi standard, garantirà la riduzione degli sprechi e premierà gli enti virtuosi». Eppure la sinistra continua ad ammiccare e a dirvi che se scaricate Berlusconi ve lo fanno fare loro il federalismo. «Non escludiamo mai niente a priori però la sinistra ha una grave responsabilità: quella di venire al Nord e parlare di federalismo e poi a Roma votano contro».