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Berlusconi smonta l'Idv

Silvio Berlusconi

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Obiettivo Di Pietro. Farlo fuori. Cancellare l'Italia dei Valori dal Parlamento. Silvio Berlusconi sta cercando di assestare un colpo molto duro al suo avversario più strenuo in vista del varo, previsto per domani, della riforma "epocale" della Giustizia. Un deputato dell'Italia dei Valori, infatti, potrebbe annunciare il suo passaggio al gruppo dei Responsabili. Sul nome è stato apposto il sigillo "top secret", le trattative le sta seguendo direttamente Denis Verdini. Che ne discute direttamente con Berlusconi. Nei suoi appunti è finito dunque un dipietrista. Se l'operazione riuscisse, l'Idv scenderebbe a 21 componenti alla Camera. Sotto i venti il gruppo si scioglie come accaduto a Fli al Senato dove però la soglia è a dieci. È per questo che il corteggiamento s'è fatto strettissimo anche per cercare un secondo deputato di Tonino. Operazione al momento che sembra piuttosto difficile. Ieri il gruppo Idv alla Camera ha votato in blocco a favore dell'autorizzazione a procedere per l'ex ministro del Pdl Pietro Lunardi, senza defezioni. Erano solo assenti, ma in missione, Donadi, Orlando e lo stesso Di Pietro. Eppure sono proprio queste le votazioni nelle quali si mandano "messaggi di disponibilità". Per esempio hanno votato con la maggioranza due esponenti che ancora formalmente sono all'opposizione come i deputati del Movimento per le Autonomie Roberto Commercio e Fernando Latteri (gli altri due mpa, Lo Monte e Lombardo, rispettivamente uno si è astenuto e l'altro non ha partecipato al voto). Ha votato anche stavolta con il centrodestra un altro ex dipietrista Aurelio Misiti, che ora è nel Misto ma è prossimo al governo. Nel Pdl si dà per certo anche l'arrivo di altri due di provenienza Pd e uno Udc. Tra questi ultimi, ieri sera spiccavano le assenze di Cera, Marcazzan, Merlo, Zinzi. Poi c'è il capitolo Fli. Per il momento non si prevedono abbandoni. Ma gli sherpa del Pdl hanno smesso di inseguire Andrea Ronchi e hanno intensificato i contatti invece con la compagna, Giulia Cosenza. Mentre ieri è arrivato un messaggio importante da tre deputati finiani che hanno votato con la maggioranza su una questione così delicata sul fronte giustizia alla vigilia del varo della riforma: Giuseppe Consolo, Carmine Patarino e Donato Lamorte. Infine la questione Responsabili. Il gruppo è dilaniato dalle divisioni, tutti accampano pretese, vogliono posizioni di privilegio, chiedono, reclamano. L'unico che appare sicuro è Saverio romano, che dovrebbe andare a fare il ministro dell'Agricoltura. Ieri sera nella riunione di gruppo si è deciso che sarà Michele Pisacane, altro ex Udc, ad andare a ricoprire il posto nell'ufficio di presidenza della Camera. Ha battuto in un lungo scontro Antonio Razzi, ex Idv. Tanto che il capogruppo provvisorio, Luciano Sardelli (che proviene dagli ex mpa di NoiSud), ha specificato che si tratta di intese provvisorie. Devono ancora decidere chi andrà a fare il sottosegretario. E sono tanto aspri gli scontri che lo stesso Berlusconi ha deciso di soprassedere per il rimpasto anche solo dei nuovi ministri, se ne riparlerà la prossima settimana.

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