Marina striglia Saviano "È lui che censura me"
Ormai dei battibecchi a distanza tra l'autore di Gomorra e il suo editore si potrebbe addirittura fare un elenco ben nutrito, di quelli che tanto piacciono alla premiata ditta Fazio-Saviano. O, anche questo si fa in casa Vieni via con me, pubblicare un libro che ne riporti pedissequamente i testi, magari con Feltrinelli. Del resto sarebbe una scelta di libertà. La verità è che ancora una volta non è difficile scegliere da che parte stare. «Quanto detto da Roberto Saviano nel corso della trasmissione Che tempo che fa - scrive Marina Berlusconi in una nota - mi costringe ad intervenire in quella che ritengo, e credo di non essere l'unica a pensarlo, una polemica ormai stucchevole». Già l'incipit segna l'uno a zero per la presidente di Mondadori. Ma Marina non può certo tirarsi indietro, ancora una volta è stata messa in mezzo in diretta tv davanti a milioni di italiani e non sarebbe da lei non rispondere al "nemico": «Non posso tacere di fronte alle accuse: avrei dimostrato "paura politica" perché mi sarebbe mancato il "coraggio di dire chiaramente" che non sopporto più le parole di Saviano, sarei protagonista di una "contraddizione pesante in quanto sedicente "editore libero che poi, quando qualcosa non va, mi dà addosso"», scrive non nascondendo una certa rabbia. «Di quale paura sta parlando Saviano? E di quale contraddizione? Non ho e non ho mai avuto paura di esprimere le mie opinioni, anche estremamente critiche: nei confronti di Saviano e non solo nei suoi», spiega senza mezzi termini il presidente di Mondadori. «Il fatto è che Saviano continua a non distinguere, o a far finta di non distinguere - continua Marina - tra le mie opinioni personali e le scelte della casa editrice che presiedo. La libertà di pensiero e di espressione è un diritto universale che a nessuno, e sottolineo nessuno può essere negato: tutti hanno il diritto di criticare e tutti possono essere criticati. Ma criticare non vuol dire censurare». Il presidente di Mondadori è stufa di sentirsi accusata di mancanza di libertà da chi non riconosce a lei la libertà di esprimere un'opinione che sia diversa da quella di Saviano e - chissà - concorde con quella del padre. Sarebbe troppo, forse? «Le mie opinioni personali - spiega una volta per tutte - nulla hanno a che vedere con le scelte della casa editrice. Scelte che erano e restano totalmente libere e pluraliste: e questo, sia ben chiaro, non "nonostante" la famiglia Berlusconi come azionista di riferimento, ma "anche grazie" a noi e al modo autenticamente liberale di interpretare il nostro ruolo di editori. Ci sono i vent'anni della nostra presenza in Mondadori a dimostrare che questi non sono proclami retorici ma fatti incontestabili». Se questa non è una discesa in campo, poco ci manca. Le battute finali, poi, hanno la forza di chi vuole che siano quelle definitive: «Del resto Saviano può lamentare una censura? Una minor attenzione da parte della Mondadori nei suoi confronti? La tutela della più assoluta libertà di espressione degli autori, a cominciare da Roberto Saviano, è e resterà al centro del nostro essere editori. In tutto questo non vedo la minima contraddizione. La contraddizione mi sembra piuttosto quella di chi rivendica giustamente per sé la sacrosanta libertà di parola e di critica che poi però pare non riconoscere ad altri. Ma al diritto di avere delle idee e di esprimerle non ho alcuna intenzione di rinunciare. Se tutto questo a Saviano non sta bene, francamente non è certo un problema mio, ma solo e soltanto suo. Per quanto mi riguarda, posso solo aggiungere, e concludere, che continuare a giocare sull'equivoco, a voler confondere la legittima manifestazione di un'opinione con le scelte editoriali, mi pare strumentale e provocatorio oltre che decisamente ripetitivo». Tradotto vuol dire che se Saviano, per un qualsiasi motivo, vuole lasciare Mondadori non deve azzardarsi a far credere agli italiani che lo fa perché bistrattato, discriminato, censurato. Punto e basta. Applausi e tutti a casa. E invece no. L'elenco continua. Marina Berlusconi é editore e figlia del premier «a giorni alterni», replica Saviano da una libreria Feltrinelli di Genova dove sta presentando il libro di Vieni via con me. «Parla da figlia di Berlusconi o da editore? Forse il lunedì è figlia del premier, il martedì editore...So che è una questione sottile - attacca lo scrittore - ma nel momento in cui uno sceglie, deve avere la responsabilità di farmi fare certe cose, deve farmi fare il mio lavoro». E appuntamento alla prossima puntata.