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L'Anm boccia la riforma della giustizia Alfano: solo critiche precotte

Il ministro Alfano

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La riforma "epocale" della giustizia che Silvio Berlusconi aspettava "dal '94" non avrà vita facile da parte dell'opposizione. Pochi minuti dopo il via libera del Cdm, infatti, ha già incassato l'altolà del Pd, dell'Italia dei valori e anche dell'Associazione nazionale magistrati che la ha definita "punitiva". Non ha sbattuto definitivamente la porta, invece, il Terzo Polo, che però ha messo in evidenza alcune criticità. "Siamo pronti a discutere nel merito in Parlamento", è la posizione, fermo restando che ci sono già "forti perplessità" su alcuni punti. Drasticamente negativa è la reazione dell'Anm che, in una nota congiunta del presidente Luca Palamara e del segretario Giuseppe Cascini, ha definito la riforma volta a minare "l'autonomia e l'indipendenza della magistratura" e ad "alterare sensibilmente il corretto equilibrio tra i poteri dello Stato". Dal Pd, con Massimo D'Alema, è invece arrivato un invito al premier a dimettersi, altrimenti - ha sostenuto - è "difficile aprire qualsiasi discussione seria sulla giustizia". Il segretario, Pier Luigi Bersani, ha giudicato il provvedimento un "diversivo" di cui si discuterà "a vuoto per due anni" mentre le priorità del paese sono altre. Il capogruppo democratico alla Camera, Dario Franceschini, ha inoltre fatto sapere che il partito "si opporrà con tutti gli strumenti parlamentari a disposizione e anche con una forte mobilitazione della società civile". Il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, guarda già oltre i passaggi parlamentari. "E' stata proposta una riforma così antidemocratica - ha detto - da stravolgere lo stato di diritto" dunque "l'Idv presenterà un solo emendamento, completamente abrogativo di tutta la riforma e poi chiederà il referendum perché il corpo elettorale mandi a casa la riforma e chi l'ha fatta".   "NON SI PUÒ MORIRE DI BENALTRISMO" - Al ministro della Giustizia Angelino Alfano le critiche mosse dall'Anm alla riforma varata oggi in Consiglio dei ministri sono apparse "precotte". Si tratta di "censure forse arrivate prima che il testo fosse divulgato". Respingendo l'accusa che la riforma comporti un assoggettamento della magistratura all'esecutivo, Alfano, intervenendo al convegno Magna Carta, ha citato il caso dell'arresto della moglie del suo predecessore, Clemente Mastella. "Credo che la storia degli ultimi 20 anni abbia dimostrato che non c'è alcuna forma di sottoposizione della magistratura all'esecutivo - ha detto Alfano - e l'esempio è l'infarto della precedente legislatura con l'arresto della moglie del mio predecessore". Il riferimento è a Sandra Lonardo, moglie dell'ex Guardasigilli Mastella, arrestata - ha sottolineato Alfano - "da un magistrato che andava in pensione il giorno dopo e da un gip che si è poi dichiarato incompetente". "Oggi non si può morire di 'benaltrismo', per cui qualsiasi cosa faccia il governo le priorità sono 'ben altre'", ha detto il ministro che ha lanciato un appello "agli opinionisti schierati a prescindere" perché ci si fermi a riflettere e a "considerare il testo della riforma per qualche ora, per qualche giorno", non c'è infatti bisogno, ha aggiunto Alfano, di dare una risposta ora. E ancora "noi conduciamo una grande battaglia tra chi è favore ossessivamente dello status quo e chi pensa che serve un sistema giudiziario migliore". Per il Guardasigilli chi punta a mantenere lo status quo "vuol dire che apprezza il sistema attuale, che lo condivide".

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