Il mare agitato rallenta gli sbarchi.
Labreve tregua causata dal maltempo è durata poco lungo il canale di Sicilia. L'altra notteè arrivato a Lampedusa un altro barcone con 55 persone a bordo, due delle quali sono state trasportate il elisoccorso a Palermo per un grave stato di ipotermia. Nel frattempo, rispetto a martedì le condizioni meteo-marine sono migliorate ed è probabile che gli sbarchi possano riprendere con maggiore intensità. Prima dei trasferimenti che nel corso della giornata hanno alleggerito il centro di accoglienza dlel'isola di circa 200 immigrati, le presenze nel Cspa (Centro di soccorso e di prima assistenza) toccavano quota 1438. Intanto il prefetto di Palermo e commissario governativo per l'emergenza immigrazione Giuseppe Caruso ha reso noto di aver «già firmato il provvedimento con il quale» ha assegnato «cento militari messi a disposizione dal ministero della Difesa a Lampedusa e cinquanta a Mineo, per i compiti legati all'emergenza immigrati». «Altri 50 militari - ha aggiunto - mi riservo di utilizzarli per altri servizi». Il commissario del Governo ha comunicato la disposizione ai prefetti di Agrigento e Catania, responsabili delle strutture dove opereranno i militari. Caruso ha aggiunto che i soldati, con compiti di ordine pubblico e di supporto alle forze dell'ordine «saranno operativi al più presto possibile, e comunque entro la settimana all'interno del Centro di accoglienza di Lampedusa e del Villaggio degli Aranci di Mineo». A tale proposito la Cgil nazionale e quella siciliana hanno chiesto un incontro con Caruso epr avere chiarimenti sull'utilizzazione dei militari: «Riteniamo - spiegano Antonio Riolo, della segreteria della Cgil Sicilia, e Pietro Milazzo, responsabile immigrazione del sindacato - che la situazione per quanto difficile non sia ancora di vera e propria emergenza, come lascia invece intendere il ministro Maroni». E l'Italia è tornata a offire alle forze dell'ordine di Tunisi mezzi per intensificare i controlli anti-immigrazione. «Siamo disponibili a fornire al governo tunisino e alla polizia anche i mezzi per aumentare i controlli», ha detto il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, ieri in visita al campo di Choucha, al confine della Libia presso Ras Jadir. «Domani - ha aggiunto Craxi - avrò degli incontri istituzionali con i vertici politici della Tunisia, per affrontare insieme anche il problema degli sbarchi a Lampedusa, che è un'altra diversa emergenza. Stiamo provando a trovare delle linee comuni per bloccare il fenomeno. Il Paese - ha concluso - affronta una transizione, ed è in cerca di una nuova fase democratica. Peccato che i giovani tunisini, proprio nel momento in cui il Paese sta cambiando, continuino ad abbandonare le loro città».