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I ribelli resistono agli attacchi a Ras Lanuf

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Colpitoanche un oleodotto. Dopo il pesante combattimento, dall'area si erano levati pennacchi di denso fumo nero. Inizialmente, entrambe le parti si erano rinfacciate l'accusa. Secondo un portavoce dei ribelli, Abdelhafez Ghoqa, sono stati colpiti non solo impianti petroliferi, ma anche pozzi. I ribelli, comunque, sono riusciti - almeno fino a ieri sera - a mantenere in qualche modo il controllo della città. Incertezza su Al Zawiya La piazza di Al Zawiya sarebbe tornata nelle mani dei ribelli: è quanto sostiene uno dei dissidenti del regime, a proposito dei combattimenti in corso nella cittadina dell'Ovest della Libia, a 50 chilometri da Tripoli, dove ieri sarebbero state massacrati oltre 40 civili. Dal canto suo, la televisione di Stato libica ha mostrato immagini della città di Al Zawiya che sembra essere tornata sotto il controllo del governo. Le immagini mostrano una folla di centinaia di persone, che portano bandiere verdi e immagini di Gheddafi e gridano «La gente vuole il colonnello Gheddafi». La notizia, però, non ha potuto essere confermata poiché la città è del tutto isolata. Diminuiscono i rifugiati Il flusso di rifugiati dalla Libia in Tunisia sembra rallentare. L'agenzia di stampa statale Tap sostiene che 1.800 persone sono entrate in Tunisia lunedì, contro le circa 12mila arrivate domenica. Un totale di 105mila rifugiati ha attraversato il confine nelle scorse settimane, inclusi egiziani, tunisini, bengalesi e persone di altre nazionalità. Bilancio di 400 morti Sono almeno 400 le vittime dei combattimenti in corso nelle regioni orientali della Libia dall'inizio della rivolta: lo hanno reso noto fonti ospedaliere delle forze ribelli, secondo le quali i feriti sono oltre duemila. «Ci sono state 400 vittime a Derna, Al Baida, Brega, Bengasi, Ras Lanuf e Ben Jawar» - ha dichiarato il coordinatore sanitario delle città controllate dalla ribellione - . Abbiamo contato il numero dei morti e feriti nei nostri ospedali. Sul valzer delle cifre nessuna smentita del governo libico. Armi Usa ai ribelli Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney non esclude che la comunità internazionale possa in futuro fornire armi ai ribelli libici, se sarà necessario. Secondo Carney, infatti, la risoluzione dell'Onu sull'embargo alle forniture di armi al regime di Muammar Gheddafi, la 1970, ha una flessibilità sufficiente per autorizzare forniture di armi agli oppositori, se una decisione in questo senso verrà presa. Taglia per Abdel Jalil Le autorità libiche hanno posto una taglia da 400mila dollari sul capo di Mustafa Abdel Jalil, ex ministro della Giustizia e capo del Consiglio nazionale transitorio, costituito dagli insorti a Bengasi. Lo riferisce al-Arabiya, spiegando che la cifra è stata promessa a chiunque riuscirà a catturare Jalil. Mar. Coll.

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