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A Villa Madama Silvio parlò a Mubarak di Ruby

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Iverbali difensivi raccolti dai legali Nicolò Ghedini e Piero Longo sono ora a disposizione dei membri della giunta Autorizzazione a procedere della Camera, che la prossima settimana dovrà decidere sulla richiesta di conflitto di attribuzione. E non mancano le indiscrezioni. Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini il Presidente del Consiglio parlò con l'ex presidente Mubarak di Ruby. Durante il pranzo a Villa Madama, il premier «sicuramente fece il nome di Ruby al presidente Mubarak, parlandogli di una ragazza che si chiamava così. La reazione del presidente Mubarak fu, dall'espressione che percepii, che non avesse realizzato a chi si riferisse il Presidente del Consiglio». Il premier Berlusconi insistette che si trattava di una giovane appartenente alla «cerchia familiare» del presidente egiziano, la cui laconica reazione fu «allora ci informeremo meglio». Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti ha confermato che a fine pranzo il premier parlò a Mubarak di una ragazza araba che aveva conosciuto. Ancora, l'interprete ufficiale del pranzo di Stato ha raccontato ai legali del premier che al pranzo, oltre a Berlusconi e Mubarak, erano presenti i ministri Franco Frattini, Altero Matteoli e Sandro Bondi, i loro omologhi egiziani e tutto lo staff del premier. In un momento «meno formale dell'incontro, quasi al termine del pasto, il premier Berlusconi parlò a Mubarak di una ragazza molto carina che si chiama Ruby». L'interprete riferisce poi che non essendo un nome molto diffuso nel modo arabo tutti gli ospiti egiziani hanno pensato si riferisse «Ruby, la cantante egiziana 30enne molto carina». Alcuni ministri avrebbero addirittura chiesto «ma Ruby, Ruby, Ruby che conosciamo?». Fu lo stesso Berlusconi, secondo l'interprete, a chiarire l'equivoco, raccontando che invece si trattava «di una ragazza egiziana cresciuta in Sicilia, nel fondo della Sicilia». Per quanto riguarda invece la telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano la notte del 27 maggio, sia il caposcorta del premier che l'onorevole Valentini riferiscono di una sola telefonata. «La conversazione fu molto breve perché eravamo in procinto di decollare - ricorda Valentini secondo cui Berlusconi disse che la giovane egiziana fermata, priva di documenti, a lui risultava che fosse la nipote di Mubarak. Avrebbe provveduto a chiedere all'onorevole Minetti di recarsi in Questura per agevolare l'identificazione visto che gli avevano detto che fosse sprovvista di documenti».

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