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In Italia la verde è più cara d'Europa anche se ci sono meno tasse

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Amettere il dito nella piaga è la Cgia di Mestre che fa osservare come l'incidenza percentuale delle tasse sul prezzo di un litro di benzina ha toccato nel nostro Paese il 55,1%, mentre la media europea si attesta al 58,3%. Ma al netto delle imposte, al 31 gennaio 2011, un litro di benzina costa 0,658 euro, rispetto agli 0,602 euro della media della Ue. Al secondo posto c'è la Grecia, con un costo al litro pari a 0,634 euro, seguita dalla Spagna (0,624 euro). In Germania un litro di benzina al netto delle imposte costa 0,559 euro, in Francia 0,606 euro e nel Regno Unito 0,560. «Insomma - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - a incidere sul prezzo alla pompa non sono le imposte e le accise, ma una rete distributiva inadeguata e dei meccanismi speculativi che non hanno eguali nel resto d'Europa». Ma come si formano i prezzi alla pompa? Dal barile ai distributori gli effetti del caro-greggio sul pieno delle auto non sono così diretti e automatici. I passaggi sono molti, anche perchè l'impatto delle quotazioni della materia prima petrolio sul prezzo finale della benzina, non è l'unico e non è nemmeno preponderante. Il prezzo pagato dagli automobilisti è infatti formato principalmente da due voci: la componente fiscale (Iva e accise) che pesa tra il 50% e il 60%, e la componente industriale, che pesa per il restante 40-50%. In questa parte rientra il margine lordo, cioè tutti i passaggi della filiera (stoccaggio, trasporto e distribuzione), che pesa per il 10-15% sul prezzo finale e che rappresenta l'unica voce sulla quale gli operatori del settore petrolifero possono agire per modificare il prezzo alla pompa. Ma nella componente industriale è inclusa anche la voce di costo della materia prima che però non è il petrolio greggio, ma il prodotto raffinato (benzina o gasolio), il cui andamento è rilevato dall'indice calcolato giornalmente dall'agenzia specializzata Platts. Il vero riferimento è proprio il Platts che fotografa il valore effettivo dei prodotti raffinati, basato sugli scambi in un determinato giorno e in una determinata aerea. Il Platts del Mediterraneo indica cioè il costo di una tonnellata di benzina prodotta in una raffineria locale, pagato dalle compagnie in base al semplice meccanismo della domanda e dell'offerta. Nel lungo periodo, l'andamento del greggio e quello del Platts vanno tendenzialmente nella stessa direzione, ma non è automatico che i prodotti raffinati assorbano i rialzi e i ribassi del mercato petrolifero. Sul prezzo della benzina uscita dalla raffineria influiscono anche situazioni contingenti legate al mercato specifico, come un eventuale aumento o calo della domanda o la chiusura di un impianto locale di raffinazione che potrebbe far schizzare alle stelle i prezzi di una specifica area. Le quotazioni del Platts vengono normalmente recepite dalle compagnie petrolifere nei loro listini con due o tre giorni di ritardo. A tale proposito il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente istituito una apposita Commissione.

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