A sinistra l'8 marzo è festa contro il Cav
L'antiberlusconismo si tinge di rosa e scende in piazza. Le «suffraggette» del terzo millennio ormai hanno abdicato al loro ruolo. Non cambattono più per i propri diritti o per difendere le dure conquiste ottenute in anni e anni di battaglie civili, oggi alcune donne, accecate dall'odio nei confronti del Cav, hanno deciso di farsi strumentalizzare dalla politica. Hanno consegnato lo spirito di una festa nata centouno anni fa in mano alla sinistra che l'ha distrutto trasformando l'8 marzo nell'ennesima occasione per chiedere le dimissioni del premier. Tutti in prima linea. Idv, Pd e anche la Cgil pronti a «sfruttare» l'immagine della donna per tentare di mandare a casa colui che non sono riusci a sconfiggere con le elezioni. E così ecco che i «piazzisti» di sinistra hanno studiato tutto al dettaglio. Alle ore 12 sarà Luigi de Magistris, europarlamentare Idv e candidato sindaco di Napoli, a dare il via al carosello dell'antiberlusconismo partecipando in piazza del Gesù, a Napoli, all'iniziativa «Più diritti alle donne, più donne libere, più diritti per tutti», organizzata dal comitato «Se non ora quando». «La mobilitazione a difesa della dignità delle donne - spiega De Magistris - mortificata dal sultanato pornografico del bunga bunga, di cui il premier è portatore insano è una leva fondamentale per una stagione di discontinuità politica di cui il Paese ha profondo bisogno dopo anni di berlusconismo». Ma, mentre a Napoli si lotta contro il «sultanato pornografico» a Roma ci pensano il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, e il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a strumentalizzare la Festa. Il primo lo farà a piazza Farnese partecipando all'incontro dal titolo «Libere di essere donne» perché, come spiega, «l'Idv difende e sostiene tutte le donne che hanno visto calpestata e mortificata la loro dignità, ormai ridotta a una mera merce di scambio». Riferimenti espliciti al premier non ci sono, ma che la manifestazione sia schierata a sinistra lo dimostra anche la partecipazione della direttrice dell'Unità Concita De Gregorio e della segretaria generale Cgil di Roma e del Lazio. Cgil che ieri, per bocca di Susanna Camusso, segretaria generale, è tornata ad attaccare il premier: «Berlusconi faccia un atto d'amore e se ne vada. Fa un danno al Paese, alla sua economia e alla sua prospettiva». Alle 16.30 invece è l'ora di Pier Luigi Bersani che ha voluto richiamare a se le donne organizzando a Piazza di Pietra una manifestazione dal titolo quanto mai provopcatorio: «Oltre Arcore c'é la dignità dell'Italia». Un'iniziativa con lo scopo di raccogliere le firme per le dimissioni di Berlusconi. Firme che, al termine della manifestazione, Rosy Bindi, un'altra pasionaria dell'antiberlusconismo, consegnerà a Palazzo Chigi. In serata poi sarà l'ora di alcuni gruppi di femministe che alle 18 sfileranno per protestare contro le politiche della sicurezza della giunta Alemanno. Una manifestazione iniziata ieri quando le stesse donne avevano occupato la balconata della fermata metro Colosseo gridando slogan contro il governo e il parlamento. La sinistra «piazzista» e opportunista non riesce, però, ad attrarre tutto il mondo delle donne tanto che si sono moltiplicano le iniziative contro lo sfruttamento della donna per fini politici. La prima a protestare è il sottosegretario Daniela Santanchè per la quale le manifestazioni di oggi rappresentano «il modo peggiore con il quale le donne si fanno strumento di uomini al servizio di una parte politica». E aggiunge: «Si poteva usare la ricorrenza nel ricordo di Yara e Sara: due giovani donne vittime della violenza». Sul Web invece la protesta parte sia da Torino che da Firenze. Nel capoluogo piemontese il coordinamento del Pdl invita le donne a esporre per un giorno al posto della tradizionale foto sul proprio profilo di Facebook, l'immagine di un fiocco con la scritta «Donna come strumento politico? Mai grazie», mentre le donne toscane si stanno battendo per rimettere al centro la «donna normale» e hanno formato il gruppo Facebook «Non voglio scegliere tra il tacco 12 e le pentole» perché, come spiegano, tra questi due estremi esistono anche le donne normali che vivono la politica in maniera libera e tranquilla. E concludono: «Non è che solo le donne di sinistra sono quelle serie».