I rivoluzionari del '68 diventati moralisti
Sono quelli che hanno studiato nel '68. Che hanno occupato, lottato contro l'Italia di quegli anni che consideravano bigotta, repressiva e perbenista. ma sono anche gli stessi che oggi si ritrovano in prima fila da accusare Berlusconi per le sue feste ad Arcore. E per le cene con le parlamentari nel castello di Tor Crescenza, vicino a Roma. Sono i Gad Lerner, che da giovane studente del Berchet di Milano partecipava a manifestazione e contestazioni che avevano come obiettivo quello di liberare il Paese da una cappa di moralismo opprimente. Sono i Michele Santoro, che giovane laureato militò nei maoisti dell'Unione comunisti italiani. Sono gli esponenti della sinistra che dovrebbero essere cresciuti in una cultura che a cavallo tra gli anni '60 e '70 mai si sarebbe sognata di contestare un leader politico perché a casa sua invitava a cena amiche ed esponenti del proprio partito. Eppure venerdì sera proprio Gad Lerner, durante la trasmissione di Gianluigi Paragone «L'ultima Parola» ha sbandierato in studio la fotografia pubblicata sull'ultimo numero della rivista «Chi», diretta da Alfonso Signorini in cui si vede Berlusconi a una cena con le parlamentari nel castello di Tor Crescenza. Una foto, a suo dire, che dimostrerebbe l'assoluta immoralità del premier. Una foto, ha sostenuto, che creerebbe imbarazzo in qualsiasi persona. La foto incriminata, in realtà, non sembra suscitare tutte queste pruderie moralistiche. Si vede Berlusconi insieme alle parlamentari elette, alcune più giovani, altre meno. Niente di scandaloso, insomma. Niente di così hard da far sobbalzare la coscienza. Tanto meno in chi è figlio della cultura del '68. Eppure anche ieri a Roma un corteo della Rete Viola è sfilato sotto palazzo Chigi per arrivare fino a piazza Santi Apostoli urlando a Berlusconi di dimettersi. Ma non tutti a sinistra sono d'accordo nell'attaccare il premier. Ci sono, ad esempio, alcuni sindaci del Pd che hanno cominciato a dire chiaro e tondo a Bersani che sta sbagliando. Che questo continuo gridare alle dimissioni di Berlusconi sbandierando cene e feste non porta da nessuna parte. Ha iniziato qualche settimana fa Matteo Renzi, il sindaco «rottamatore» di Firenze. E venerdì sera, sempre ospite di Gianluigi Paragone, lo ha detto anche Michele Emiliano, ex magistrato e sindaco di Bari. «Sono d'accordo con Fabrizio Cicchitto - ha spiegato – Fermiano questi attacchi continui sul fronte privato del premier. Bersani sbaglia. Noi dobbiamo parlare di politica, contrastare il governo sul piano delle proposte. Non dobbiamo andare a vedere cosa fa a letto Berlusconi, dobbiamo pensare alle giovani coppie che a letto non possono fare nulla perché non hanno i soldi per formare una famiglia. Queste sono le cose sulle quali dobbiamo contrastare il centrodestra». E sulla stessa linea si muove Matteo Renzi. Che addirittura si è spinto più in là andando ad incontrare il premier direttamente ad Arcore. «Non mi interessa sapere cosa fa Berlusconi la notte – ha commentato – ma quello che non fa durante il giorno». «La sinistra deve voltare pagina – ha ribadito alcuni giorni fa intervistato da Repubblica tv – uscire dalla palude, dal pantano con alcune proposte concrete, perché non si può menare il can per l'aia e dire che siamo contro Berlusconi. Ruby e Iris non ci faranno vincere, ci faranno vincere le idee sull'università, sulla cultura e anche un'idea del cambio del gruppo dirigente». Forse i veri eredi della cultura del '68, nella sua parte migliore, sono proprio loro.