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Al mercato del Federalismo le Regioni alzano il prezzo

Vasco Errani

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Bossi se lo sentiva. Ne era quasi certo. Sapeva che passato il decreto sul federalismo municipale, sarebbero arrivate le vere difficoltà. E così è stato tanto che, appena l'attenzione dei leghisti si è focalizzata sul federalismo regionale e provinciale, si è acceso lo scontro tra gli Enti Locali e il Governo. Una battaglia messa in atto da Vasco Errani, presidente della conferenza Stato-Regioni, che ha denunciato l'Esecutivo di non aver rispettato gli impegni presi sul federalismo fiscale, a partire dal finanziamento del trasporto pubblico locale e proseguendo poi per gli ammortizzatori sociali in deroga. Poi ha lanciato la «bomba»: «L'intesa sul federalismo regionale per noi non c'è ». A tentare di spegnere le polemiche ci ha pensato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, che ha rassicurato: «Il governo ha raggiunto un'intesa con Regioni, Comuni e Province, a una serie di condizioni che intende rispettare completamente. Pertanto il problema sollevato dal governatore Errani non si pone». Una giustificazione che ha suscitato l'immediata replica di Errani («noi aspettiamo atti, non parole») sostenuto nella sua campagna anche dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Sono convinto che l'accordo con il governo è possibile, a patto, che sia rispettato quanto avevamo stabilito». Una speranza condivisa anche dalla presidente del Lazio, Renata Polverini: «L'accordo va rispettato ma sono già arrivate le rassicurazioni di Calderoli». Il tempo per il confronto non è comunque scaduto. Il decreto infatti ha davanti a sé un'altra settimana di discussione in Bicamerale e, se il Governo volesse, potrebbe godere anche di una proroga dei termini. È invece lo stesso Calderoli a smentire che durante il Consiglio dei ministri di ieri sia stata approvata una proroga di 4 mesi per la conclusione dell'intero iter parlamentare di tutti e sette i decreti attuativi: «È stato dato in Cdm il preavviso della richiesta di proroga - ha spiegato il ministro leghista in un'intervista rilasciata a La Padania in edicola oggi – che riguarderà eventuali altri decreti che dovessero rendersi necessari. L'obiettivo resta quello di chiudere il federalismo il prossimo 20 maggio come prevede la legge delega». Ma il senso politico della proroga è anche quello «di svelenire il clima» e lanciare un messaggio: «Noi vogliamo proseguire con serenità l'esame del federalismo. La Lega non vuole staccare la spina. Noi siamo al governo per le riforme se ci sono i numeri e la volontà di andare avanti. E questo lo hanno capito tutti».

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