Pd e Pdl ancora divisi Il biotestamento si allontana
Il testamento biologico torna ad infiammare il dibattito politico con maggioranza e opposizione che si dividono in maniera trasversale. E la battaglia non è solo tra credenti e non credenti visto che, anche tra i cattolici dei due schieramenti, c'è chi comincia ad avere qualche perplessità sulla necessità di una legge sul fine vita. Così la conferenza dei capigruppo di Montecitorio decide di raddoppiare i tempi di discussione rinviando quindi il voto finale ad aprile. La discussione generale inizierà comunque lunedì 7 marzo, ma l'iter sarà più lungo del previsto. Una notizia che farà di certo piacere al Pdl che, dopo una riunione di oltre due ore, non è riuscito a trovare una posizione unitaria. Sacconi, Renato Brunetta e Mariastella Gelmini), il relatore del testo Domenico Di Virgilio ha assicurato una unità di visione sul fatto che «la legge vada fatta». Un'unità che non impedisce di mettere in evidenza quelle che, sia il titolare del Welfare che quella dell'Istruzione, chiamano «sfumature» interne. Di queste fa sicuramente parte la lettera che il ministro Sandro Bondi ha fatto recapitare in casella ai deputati. Intestata su carta del Senato e non del ministero, la missiva indica due dei «punti deboli» della legge: gli articoli 3 (sulla Dichiarazione anticipata di trattamento) e 7 (il rispetto delle decisioni del paziente espresse nella Dat). Gli stessi due articoli che il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella aveva indicato come quelli da "limare" nei prossimi giorni. E se il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto spiega che il rinvio non ha alcun «valore politico», Alfredo Mantovano non ha dubbi sul fatto che la discussione, «molto ampia e costruttiva, lascia immaginare che non ci saranno preclusioni a migliorare il testo apportando le modifiche necessarie perché la legge sia la più chiara possibile». Ma mentre la maggioranza prova a ricomporre le diverse sensibilità, l'opposizione tira un sospiro di sollievo per un rinvio che le consente di non spaccarsi ulteriormente. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lancia un appello ai «più responsabili» del centrodestra: «Fermiamoci. Sospendiamo la discussione e riflettiamo ancora perché è un tema troppo delicato per la vita degli italiani per risolverlo con norme troppo intrusive. Su un tema così cruciale la norma si sta spingendo troppo avanti, e quella proposta dalla maggioranza è una soluzione che non è matura. Il Pd, comunque, non avrà difficoltà a presentare i suoi emendamenti condivisi». Contemporaneamente i Democratici annunciano che non presenteranno pregiudiziali di inconstituzionalità chiedendo piuttosto la sospensiva. E Giuseppe Fioroni applaude: «Apprezzo che il Pd sia passato dall'incostituzionalità alla sospensiva...» Sulla stessa lunghezza d'onda Enrico Gasbarra: «Ritengo saggia la proposta di sospensione avanzata da Bersani. La maggioranza accolga tale appello e se veramente vuole sostenere il diritto alla vita eviti di usare questo tema a fini elettorali». Di tutt'altro parere il responsabile Sanità dell'Idv Antonio Palagiano: «Lo slittamento del voto rappresenta la prova dell'arroganza e del metodo autoritario di questo Governo».