La Giustizia agita le acque del Pdl
L'ipotesiviene lanciata dall'Espresso che in un lungo articolo a firma di Marco Damilano intitolato «Tentazione Quirinale», mette in campo il Professore, l'unico che, di fatto, è riuscito a battere il Cavaliere alle urne, per la successione a Napolitano. «Prodi - scrive L'Espresso - non torna in campo, per ora. Ma di certo è nel ristrettissimo club delle riserve della Repubblica. Al pari di Giuliano Amato e di Monti, ma con in più un legame con il sentimento popolare che ne fa il candidato numero uno alla successione di Giorgio Napolitano, quando verrà il momento. In alternativa, tanto per cambiare, a Berlusconi». Lui nega un suo ritorno alla politica ma l'articolo lo pungola: non può considerarsi «un pensionato illustre della politica». Una incoronazione che, a dire il vero, lascia un po' di stucco l'entourage del Professore. Non commenta la portavoce Sandra Zampa. Mentre altri che gli sono stati vicini ai tempi di Palazzo Chigi si limitano a osservare come lui abbia sempre detto di non essere particolarmente interessato al Colle più alto. «Siamo in anticipo di tre anni - taglia corto il presidente per la giunta delle Autorizzazioni della Camera Pierluigi Castagnetti - e mi sembra quindi intempestivo. C'è un presidente della Repubblica fino al 2013». Lo stesso ragionamento lo fa anche il neo-capogruppo finiano Benedetto Della Vedova: «Non mi sembra che la successione di Napolitano sia un tema all'ordine del giorno». Anche perché, evidenzia più di qualcuno, di mezzo ci sono pure le elezioni. Ma «se le vince il centrosinistra Prodi è il candidato più accreditato», è la considerazione di Clemente Mastella che pure è considerato l'artefice della caduta dell'ultimo governo del Professore. «Per me è una delle persone meno capaci del nostro Paese - va giù senza mezzi termini il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri - se la scelta fosse del peggiore avrebbe qualche chance, altrimenti non ne vedo».