Blitz umanitari. L'Italia parte a metà
Il pattugliatore «Libra» ha riempito le stive nel porto di Catania. E stamattina dovrebbe levare le ancore per la Libia. A bordo kit sanitari, coperte, generi alimentari. Materiale arrivato dalla base delle Nazioni Unite di Brindisi e destinato alla martoriata popolazione della Cirenaica. Il condizionale è obbligatorio. Specialmente alla luce di quanto accaduto con la nave Mimbelli, rimasta nella base della Marina Militare ad Augusta in manutenzione per «un'avaria tecnica». Secondo alcune fonti, si potrebbe trattare di una falla nello scafo. Non solo. La partenza della Libra è in forse, perché si attenderebbe l'ok sulle condizioni di sicurezza del porto di Bengasi. Un pastrocchio, insomma. È il primo passo (falso) della missione umanitaria approvata ieri dal Consiglio dei ministri. L'Italia è pronta. Ma è un «armiamoci e partite». Da un lato, infatti, il ministro della Difesa La Russa ha annunciato che il campo tricolore allestito per i profughi in Tunisia non sarà gestito dal nostro Paese, perché richiederebbe un impegno eccessivo in termini di messa in sicurezza e controllo dell'area. Dall'altro, se ci fosse una risoluzione del Consiglio Onu sull'istituzione di una «no fly zone» nei cieli libici, il governo metterà a disposizione le nostre basi. Frattini, però, ha escluso «categoricamente» la partecipazione dell'Italia a un'azione militare «per ovvi motivi legati al nostro passato coloniale». Le missioni, in realtà, sono due. La prima, disposta «a seguito di una richiesta esplicita dei governi tunisino ed egiziano» contribuirà al rimpatrio di alcune decine di migliaia di lavoratori egiziani fuggiti dalla Libia e approdati nei campi gestiti dall'agenzia Onu per i rifugiati. Il ministro degli Esteri ha spiegato che il campo italiano in territorio tunisino fornirà «pronto intervento di assistenza alimentare, sanitaria a persone depredate di tutti i loro averi», che poi saranno accompagnate con navi e aerei al Cairo e ad Alessandria. «L'armatore Grimaldi ha messo a disposizione un traghetto da 1500 posti e il governo provvederà al noleggio di charter per i quali sono stati stanziati cinque milioni di euro», ha detto Frattini. L'intervento interesserà «un'enorme quantità di persone. Fino all'altro ieri - ha aggiunto il responsabile della Farnesina - c'erano 77mila profughi e alcuni hanno necessità di operazioni mediche urgenti». La seconda missione è in Cirenaica e dovrà provvedere al sostegno delle popolazioni colpite nelle rivolte. Gli sbarchi, intanto, proseguono. L'altra notte a Lampedusa ne sono stati registrati tre, per un totale di 151 nordafricani arrivati con tre barconi. Mercoledì ne erano sbarcati 500, tutti tunisini. In relazione all'allarme lanciato dal Viminale, infine, il portavoce italiano dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) ha sottolineato che le decine di migliaia di persone che stanno fuggendo in questi giorni dalla Libia non vogliono venire in Europa ma solo tornare in patria.