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Lombardo record Fa un altro partito

Lombardo

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Addio al Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. È lo stesso governatore della Sicilia a seppellirlo dopo circa sei anni di vita, per rilanciare nell'arena politica un altro partito che guarda sempre al Sud, «aperto a tutti», e che vedrà la luce il prossimo 17 marzo, nel corso dell'assemblea costituente, mentre il Paese festeggerà l'Unità d'Italia. Dunque, dopo aver spaccato coalizioni e partiti, Lombardo raccoglie i cocci e riparte ancora dalla Sicilia a caccia di politici scontenti, di personaggi della cultura, della cosiddetta società civile, e via dicendo. E tutto ciò mentre il Terzo polo di Casini, Rutelli e Fini si sono riuniti tre giorni fa a Montecitorio, dando vita al coordinatore unico, mettendo da parte proprio Lombardo e il suo partito. «Noi siamo un partito del territorio radicato in Sicilia con significative esperienze al Centro-Sud», spiega il governatore. E rivolgendosi a Casini, Fini e Rutelli, aggiunge: «Fra loro c'è maggiore affinità, parlano la stessa lingua». Poi la stoccata all'ex radicale, ex margheritino: «Rutelli, per ragioni non solo di sopravvivenza, esclude il Mpa». In altri termini, «immagino con il Terzo polo un'alleanza tra distinti». Certo è che, da buon democristiano della prima ora, un politico navigato come Lombardo non costruisce un partito in poco più di ventiquattro ore. La svolta arriva l'ormai noto 14 dicembre scorso, giorno della mozione di sfiducia al premier Berlusconi, bocciata dalla Camera e capeggiata proprio da Lombardo, Fini, Casini, Rutelli, Bersani, Di Pietro, Vendola & C. E così, uniti dalla sconfitta, Mpa, Fli, Udc e Api battezzano in pompa magna il Terzo polo e che pareva segnare un punto di non ritorno. Ma così non è andata. Infatti, arrivando il terremoto finiano che ha decimato la truppa del presidente della Camera e, tra l'altro, l'abbandono dal Mpa di quattro parlamentari, la navigazione del governatore della Sicilia cambia rotta, fino ad arrivare al nuovo partito, una sorta di Terzo polo nel Terzo polo. Lombardo guarda con attenzione la spaccatura in Sicilia, e non solo, del partito Democratico. In modo particolare, il governatore, in Sicilia come a Roma, strizza l'occhio alla corposa corrente «Innovazioni», ex Margherita, e che fa capo a Beppe Fioroni e che proprio nell'Isola minaccia la scissione dal gruppo parlamentare di Sala d'Ercole, rendendo più che spaccato il partito di Bersani. La resa dei conti sarà il 13 marzo alla riunione dei vertici democratici isolani. Ma se da un lato, il governatore della Sicilia guarda al centrosinistra, dall'altro ammicca il centrodestra, aprendo a Forza del Sud, sostenendo che con Gianfranco Miccichè «nulla è irreversibile e può starci pure lui in questo nuovo progetto, rinunciando a certe scelte (allude all'alleanza del sottosegretario con il Cavaliere?, ndr)». In sostanza, per Lombardo, «vale la pena aprire le porte e affidare la guida di questo processo nuovo a chi con la politica non ha niente a che vedere ma che pensa, se ci mette le mani e la passione, di usarla al servizio della gente». Ammette, infine, che «l'immagine del Mpa s'è appannata perché condizionata da equilibri di potere ed è stata influenzata anche dalla prevalente esperienza democristiana».

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