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Cosa accade nel nostro mondo "civile"?

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Yara, 13 anni

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Il ritrovamento del corpo in decomposizione di Yara Gambirasio - giovane piena di vita e speranze, come ogni creaura che dal mondo degli adulti molto si attende - disvela brutalmente il vortice abissale di smarrimento e violenza che ingoia il nostro tempo. Quel pezzo di società che si scaglia con violenza sistematica e perfetta dedizione al male contro figli fragili e deboli di famiglie innocenti merita la più dura condanna. Ma non si può soltanto condannare, è necessario anche capire, penetrare nel meandri di questo caos morale e sociale. Il ritrovamento del corpo di Yara è la narrazione di un mondo disgregato, tanto violento quanto segnato dallo smarrimento etico. Che cosa sta accadendo al nostro mondo cosiddetto «civile»? Quali nessi sono saltati? Come è possibile accettare il disegno orrendo di un mondo abitato da mostri o, forse, addirittura da persone del tutto comuni, che celebrano la banalità del male infierendo su chi non può difendersi? Perdere una vitale figlia tredicenne il 26 novembre, nel cuore della civile Lombardia, per poi ritrovarla morta, appesa ai segni di riconoscimento dei suoi vestiti e dell'apparecchio per i denti, è uno schiaffo al cinismo quotidiano, mediatico e non, intento a focalizzare la volgare banalità di salotti, mentre, in periferia, esplode l'apocalisse. La pietas deve ricongiungersi con l'intelligenza dell'umano. La distrazione, la percussione dei soliti sfibrati strumenti atti a suonare la stessa musica, il rumore di un sistema di relazioni e conflitti, ideologici e/o politicistici, minano il cuore dell'uomo. Il cuore non è la spremuta dei nostri sentimenti. È piuttosto l'unità di affezione e ragione, dunque il luogo e, ad un tempo, lo strumento che fa dell'uomo il più sensibile cercatore della verità. Qui è in gioco non solamente il dolore, ma anche la verità della nostra vita. Accettare supinamente, senza la benché minima tensione alla domanda radicale sul significato della vita e sull'orientamento trascendente del nostro vivere, è un delitto. È il simulacro della vita. Lo smarrimento elevato a cifra della sopravvivenza, costi quello che costi. Che l'orrore di un mondo popolato da creature innocenti scomparse e abbrutito da mostri che le sottraggono alla vita ridesti le nostre coscienze, prima che sia troppo tardi.

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