Richiesta di arresto per un senatore Pd
Scossa teutonica per la sinistra pugliese. La procura di Bari ha chiesto al Senato l'arresto del parlamentare del Pd Alberto Tedesco per atti compiuti dal 2005 al 2009, quando ricopriva l'incarico di assessore regionale alla Sanità della Regione Puglia della prima giunta di Nichi Vendola. Ieri mattina sono finiti agli arresti domiciliari, nell'ambito della stessa inchiesta, anche Paolo Albanese, componente della scorta del presidente della Regione Puglia, Guido Scoditti, direttore generale della Asl salentina, gli imprenditori della sanità Diego Rana e Giovanni Garofoli; misure interdittive sono state disposte per Alessandro Calasso, direttore sanitario della Asl barese e Antonio Acquaviva di 55 anni, medico oculista, la cui nomina all'ospedale di Terlizzi, secondo l'accusa, sarebbe stata favorita da Alberto Tedesco. Gli arrestati e Alberto Tedesco sono indagati a vario titolo per concussione, corruzione e frode in pubbliche forniture. Il senatore Tedesco è considerato dall'accusa come «il deus ex machina» nella gestione clientelare della sanità pugliese e ai giornalisti si è mostrato quasi stupito: «Cosa dovrei dire? Non ho l'ordinanza che mi riguarda. Ce l'hanno tutti, visto che la stampa di tutta Italia divulga notizie e io non ho niente, come al solito. Aspetto di visionare la documentazione. Mi sembra un grande polpettone. Una ribollita. Sempre le stesse cose cucinate in salsa diversa per presentare lo stesso piatto. Non sono mai stato interrogato, sebbene io abbia più volte chiesto di essere ascoltato. Ho prodotto nel frattempo un paio di memorie...». Intanto la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato si occuperà martedì prossimo, primo marzo, alle 15, della richiesta fatta dalla procura barese. «Sarò a Roma per il milleproroghe, per fare il mio dovere di senatore. Poi si vedrà», ha poi tagliato corto Tedesco. Tra gli indagati risalta anche il nome del capogruppo regionale del Pd, Antonio Decaro, e delegato del sindaco di Bari, Michele Emiliano, per la Mobilità. È accusato di «aver interferito presso Tedesco al fine di ottenere il suo autorevole intervento al fine di aiutare un candidato (Sabino Annoscia cugino del consigliere) che si era presentato al concorso». Una raccomandazione non andata a buon fine per un posto all'Arpa Puglia. L'interessato ha replicato puntualmente: «È devastante essere tirati in ballo. Di questo concorso non so niente, ma credo di essermi sempre comportato bene. Voglio capire di che si tratta». Istituzionale e prudente la replica di Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Puglia: «Nel confermare piena fiducia nell'operato della magistratura, auspico che l'accertamento della verità giudiziaria possa avvenire nella massima tempestività». Nikita ha anche speso delle parole di sconcerto per l'arresto di Paolo Albanese: «Tra le misure cautelari, desta turbamento quella che ha colpito un agente della Questura di Bari posto in servizio di tutela alla mia persona: non dubito che questo poliziotto saprà dimostrare la sua estraneità a qualsivoglia condotta illecita». Albanese avrebbe esercitato pressioni indebite presso un manager Asl per ottenere il trasferimento di un suo congiunto. Tedesco è stato assessore alla Sanità nella giunta Vendola dal maggio 2005 al 6 febbraio 2009, quando, cioé, si dimise, subito dopo aver avuto notizia di essere indagato dalla magistratura barese. Primo dei non eletti nella lista del Pd al Senato in Puglia alle politiche 2008, cinque mesi dopo le dimissioni da assessore, guadagnò l'ingresso a Palazzo Madama grazie alle dimissioni di Paolo De Castro, frattanto eletto al parlamento europeo. La nomina di Tedesco nella prima giunta Vendola, nel maggio 2005, fu oggetto di grandi polemiche interne al centrosinistra. Eletto nelle fila della lista dei socialisti autonomisti, fu avallata dall'area vicina all'ex Rifondazione comunista. Nell'ordinanza, il gip Giuseppe de Benedictis ha evidenziato come l'assessorato regionale alla Salute abbia nel sistema regionale una «importanza strategica duplice (sia economica che politica)» e ciò è «ampiamente sottolineato» dallo stesso Tedesco in una delle telefonate con il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), intercettate dalla Procura. «La prassi politica dello spoil system era, di fatto, talmente imperante – prosegue de Benedictis – nella sanità regionale da indurre il governatore Nichi Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge ad "usum delphini", gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta».