Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il salotto di sinistra contro il Parlamento

Il leader dell' Italia dei Valori Antonio Di Pietro

  • a
  • a
  • a

Immaginate Di Pietro o Grillo alla guida del governo e le Camere bloccate. Ci mancano solo gli assalti ai forni, il tintinnio di manette e il patatrac è fatto. C'è da chiedere asilo politico. Fortunatamente è solo il delirio di una sinistra (sinistra?) impazzita quella che ormai fa riferimento a Il Fatto Quotidiano. La speranza è che quell'Italia che ora, in occasione dell'anniversario dell'Unità, tutti celebrano, sappia dare la risposta che meritano certi intellettuali. Soprattutto risponda quella parte ostile a Berlusconi, perché, seguendo certi suggerimenti, si incoraggia il disfacimento del Paese con conseguenze gravi per i cittadini, siano essi di destra o di sinistra. Ci viene in mente Marx nel Manifesto quando avverte che la lotta di classe può portare alla comune rovina delle classi in lotta. Sarebbe proprio così. Partiamo da un sondaggio de Il Fatto a cui hanno partecipato, fino al pomeriggio di ieri, ben 145 mila persone, su chi sarebbe l'avversario ideale per battere Berlusconi. Al primo posto c'è Di Pietro con il 28 per cento, segue Grillo con il 25, poi Vendola con il 24 e al povero Bersani resta un solo 7 per cento, poco più di Fini al 5. Ma fin qui siamo all'eterna confusione che in Italia rende la sinistra inaffidabile, divisa, rissosa e demagogica. E si vede quando è chiamata a governare. Ma preoccupa di più un appello che troviamo sulla prima pagina del giornale di Padellaro e Travaglio. «Il governo Berlusconi e la sua maggioranza parlamentare - è scritto nel documento - è entrato in un crescendo di eversione che mira apertamente a distruggere i fondamenti della Costituzione repubblicana e perfino un principio onorato da tre secoli: la divisione dei poteri. Di fronte a questo conclamato progetto di dispotismo proprietario chiediamo alle opposizioni di reagire secondo una irrinunciabile e improcrastinabile legittima difesa repubblicana, proclamando solennemente e subito il blocco sistematico e permanente del Parlamento su qualsiasi provvedimento con tutti i mezzi che la legge e i regolamenti mettono a disposizione, fino alle dimissioni di Berlusconi e conseguenti elezioni anticipate. Se non ora quando?». Leggiamo alcune firme, Camilleri, Flores d'Arcais, Fo, Hack, Tabucchi, Colombo e Travaglio. Complimenti a questi signori. Si rendono conto del carattere eversivo di questa richiesta? Non siamo in Libia, grazie al cielo. Al massimo tra due anni qui si vota. Saranno gli elettori a scegliere il governo. Questi signori si rendono conto che se fosse attuata una strategia come quella suggerita autorizzerebbero anche l'opposizione di domani, magari a un governo di centrosinistra, a utilizzare lo stesso metodo? Avrebbero un precedente da sbandierare.   E quale sarebbe la reazione dei Travaglio, Fo ecc. È tanto assurdo pensare che lo scontro si sposterebbe nelle piazze? E questi sarebbero i democratici che pretendono di dare lezioni sul rispetto delle istituzioni? Ci auguriamo che i partiti respingano con indignazione questo appello. Consapevoli che su questa strada si porta il Paese nel caos, sia con, che senza Berlusconi. Sarebbe la fine della nostra democrazia che è il bene più caro che abbiamo. Difendiamolo dagli intellettuali da salotto televisivo. Lo faccia soprattutto la sinistra che giustamente aspira a guidare il Paese in futuro. La democrazia, come diceva Churchill, è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre che si sono sperimentate finora.  

Dai blog