Via liberaLa risoluzione di maggioranza andrà alla Camera il primo marzo
UmbertoBossi, che si sente il padre di questa riforma, è presente in Aula ed esulta al momento del voto mentre dai banchi della maggioranza parte l'applauso e l'opposizione protesta per «l'aumento delle tasse». Ai giornalisti che gli chiedono se si senta già in tasca il federalismo, risponde «sì, sì» con aria soddisfatta in attesa del pronunciamento della Camera il primo marzo, in ossequio alla richiesta del Capo dello Stato di far votare il Parlamento prima del varo del decreto attuativo che non aveva ottenuto il parere della commissione bicamerale sul Federalismo. Il Carroccio sente che ormai è in dirittura d'arrivo il fisco municipale e Bossi bolla come «stupidaggini» le perplessità emerse ieri alla Corte dei Conti sul rischio che con il sistema federale possano aumentare i casi di corruzione. «Non sono affatto d'accordo aumenta la responsabilità» sostiene il leader della Lega circondato dai suoi che parlano di una «rivoluzione copernicana» che «spezza le catene del federalismo» come commenta il capogruppo Federico Bricolo. «Oggi è andata bene e spero che alla Camera vada benissimo» ha commentato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che ha il compito di presentare il federalismo municipale a Montecitorio martedì prossimo. «Il federalismo fiscale - afferma il presidente del Consiglio - è una riforma chiave per la modernità dello Stato. Con queste riforme abbiamo corretto quelle precedenti, come il titolo V approvato con quattro voti di scarto alla Camera a fine legislatura». «Si trattava di riforme zoppe» sostiene Berlusconi che non vuole mischiare il federalismo del suo governo con quello avviato dal centrosinistra. «Ora - spiega - con l'introduzione dei costi standard comincerà il risanamento dei bilanci, con sanzioni per chi dovesse derogare». Di diverso avviso le opposizioni che puntano il dito su un aumento delle tasse e una minor autonomia per i sindaci. «Questo decreto - sostiene Anna Finocchiaro - è un tradimento delle ragioni del federalismo. Serve solo alla Lega per fare i comizi, non rende i Comuni più autonomi, ma rende i cittadini più tartassati. È un decreto - denuncia - che introduce una vera discriminazione tra comuni più ricchi e comuni più poveri, in particolare tra i comuni turistici, che avranno la possibilità di giovarsi di una tassa sulle seconde case».