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Ultimo appello per Alemanno

Gianni Alemanno

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L'appuntamento è di quelli importanti, da ricordare negli anni a venire. Gli Stati generali della Capitale non c'erano mai stati. Non così. Una presentazione a 360 gradi della città che verrà: dalla mobilità all'assistenza sociale, dalla ricerca scientifica al secondo polo turistico, dalla sostenibilità ambientale all'area archeologica centrale, passando ovviamente per la riforma di Roma Capitale. Due giorni di incontri, tavole rotonde e persino una mostra dei progetti pilota. Ma servirà? L'entusiasmo sull'iniziativa fortemente voluta dal sindaco Alemanno è altalenante. C'è persino chi ricorda il maxi convegno ad Ostia che tenne Veltroni il 18 e 19 gennaio 2005: «Roma 2015. Gli scenari per il futuro della città». In quell'occasione si parlò, tra l'altro, del progetto per la riqualificazione del waterfront di Ostia, dell'area archeologica monumentale dei Fori Imperiali e del Museo della Shoah. Progetti inseriti anche nelle tavole rotonde degli Stati Generali di Alemanno. Il dubbio insomma che si continui a parlare del futuro senza pensare al presente c'è. Eccome. Non si tratta di volontà o capacità ma di tempi. Alemanno si è accorto con un anno di ritardo del danno che la burocrazia ha provocato proprio in uno dei settori a lui più cari: la questione nomadi. Cavilli, competenze sparse, risorse ridotte al lumicino hanno fatto in modo che quella che era una priorità del primo sindaco di centrodestra della Capitale scendesse di parecchie posizioni e, ancora oggi, si attende il taglio del nastro di almeno uno dei nuovi campi nomadi attrezzati. Un errore, quello di sottovalutare il carrozzone amministrativo della Capitale, che ha coinciso con il periodo più difficile per il centrodestra e per questo molti dei progetti che verranno presentati tra oggi e domani possono suscitare scetticismo. Eppure, qualche pietra importante Alemanno l'ha posta. A partire dalla riqualificazione di Tor Bella Monaca. La delibera, approvata pochi giorni fa porterà alla nascita di un nuovo quartiere, così come i 23 progetti del secondo polo turistico, alcuni dei quali saranno realtà già dal prossimo anno. E Roma Capitale, una riforma attesa da decenni che sta prendendo forma e che rappresenta la vera chiave di volta per gestire e amministrare, finalmente, una delle metropoli più grandi al mondo con strumenti adeguati. Meno visibile certamente della Nuvola di Fuksas o delle Torri di Piano ma fondamentale per sconfiggere il nemico numero uno di qualsiasi sindaco salga le scale del Campidoglio: la dipendenza burocratica ed economica. Il nemico numero uno per Alemanno tuttavia sta cambiando veste e si chiama «tempo». Il 2013 infatti è dietro l'angolo: due anni per far sentire la svolta, per presentarsi ai romani non solo con i plastici di grandi progetti ma con le fotografie di un presente migliore. E non serve molto. Un servizio di trasporto pubblico in grado di rispondere realmente alle esigenze dei cittadini (riprogrammare orari, corse e fermate sarebbe già molto); strade di periferia finalmente illuminate e pulite; una raccolta rifiuti più efficace e comprensibile ai cittadini; più parcheggi per rendere la vita dei romani meno difficile. Piccole cose rispetto al waterfront di Ostia, ai lavori colossali (e vitali) delle metropolitane, ma che incidono profondamente sulla qualità della vita quotidiana. Ed è su quella che gli elettori poi giudicheranno.

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