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Santoro-Benigni fratelli coltelli

Michele Santoro ad Annozero

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Ormai non ci sono più dubbi. L'Auditel è la vera «sciagura» della televisione italiana. Per un punto di share un programma si trasforma in un flop o nella rivelazione della stagione. Per un punto di share affermati conduttori cadono in disgrazia mentre altri vengono osannati dalle folle paludenti. Ma per un punto di share possono anche rompersi «affetti» consolidati. «Amori» che duravano da anni. È successo giovedì sera, durante la terza puntata del Festival di Sanremo dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia. Ospite d'onore Roberto Benigni che si è esibito in un'appassionata esegesi dell'Inno di Mameli condita da riferimenti all'attualità politica. Non era la prima apparizione televisiva del comico toscano ed era difficile pensare che non si sarebbe trasformata nell'ennesimo successo. A novembre, ospite di Fabio Fazio e Roberto Saviano, aveva calamitato davanti al piccolo schermo oltre 7 milioni e 600mila spettatori di media (25.48% di share) con un picco oltre i 9 milioni quando aveva cantato Vieni via con me di Paolo Conte. Giovedì ha demolito il record: 15 milioni e 398mila spettatori di media, 50.2% di share. Cosa c'è di male? Che contemporaneamente, su Raidue, Michele Santoro andava in onda con il suo Annozero. E nonostante l'ennesima puntata dedicata a Ruby, nonostante la telefonata con Lele Mora furioso («Comunisti di merda. Spero che vengano i fascisti a spaccarvi le gambe» è stato uno dei passaggi salienti delle dichiarazioni dell'agente dello spettacolo), nonostante i fumetti-fiction usati per illustrare le intercettazioni telefoniche, non è andato oltre i 4 milioni e 250mila spettatori (14.1%). Così, forse per frustrazione, ha deciso di partire lancio in resta all'attacco di quelli che cercano in tutti i modi di «cancellarlo» dalla televisione pubblica. Cosa c'entra? Semplice, quello di giovedì è stato un piano studiato a tavolino, un complotto ordito dalle lobby pluto-giudaico-massoniche contro l'espressione più alta della libertà di informazione. E Benigni ne è stato un ingranaggio. Non è uno scherzo, Santoro lo ha scritto sul sito del programma: «La partenza del Festiva è stata anticipata di mezz'ora e il monologo di Benigni è durato 52 minuti. Questa volta Sanremo non ha ospitato una straordinaria performance ma ha inglobato un intero show. Tuttativa quattro milioni di spettatori bastano per dimostrare che Annozero è indispensabile e che nessuna circostanza può giustificare il tentativo di ridurre la televisione ad un programma unico. Benigni è sempre Benigni. Ma è stato usato per cancellare la diversità. L'operazione, grazie a voi, non è riuscita; e noi continueremo ad amarlo lo stesso. Noi». Gioite folle, la libera informazione ha retto all'offensiva di Benigni. E ci sarà tempo anche per recuperare il rapporto di «amore» tra il conduttore e il comico. Dopotutto, quando Santoro mise in piedi il suo Raiperunanotte al Paladozza di Bologna uno dei pezzi pregiati della serata fu proprio un'intervista a Benigni. Chissà, magari potrebbe invitarlo ad una delle prossime puntate di Annozero. Così Michele potrà «usare» Roberto. Senza lamentarsi.

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