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La rivoluzione dei gelsomini «appassisce» subito in Cina

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APechino alcune decine di persone si sono radunate davanti a un ristorante della catena McDonald sulla Wang Fujin, una via commerciale nel centro della capitale a pochi passi da piazza Tiananmen. La zona era controllata da un massiccio schieramento di polizia che non ha potuto impedire a Liku Xiaobai, uno studente di 25 anni, di lanciare un mazzo di gelsomini in aria. Gli agenti hanno raccolto i fiori e li hanno gettati in un cestino della spazzatura. Il giovane li ha raccolti lanciandoli per una seconda volta ed è stato fermato dai poliziotti presenti. «Ho paura, mi hanno preso il cellulare» ha detto il giovane dopo essere stato rilasciato. «In fondo, cosa ho fatto? Ho solo messo dei fiori per terra...». Per una decina di minuti si sono interrotte le comunicazioni dei telefoni cellulari. Sulla scena erano presenti un gran numero di giornalisti stranieri e l'ambasciatore americano in Cina John Huntsman, che teneva per mano una delle sue figlie adottive cinesi ed era accompagnato dalla moglie e da altri membri della sua famiglia. Huntsman, che è dimissionario e si ritiene potrebbe essere il candidato repubblicato che sfiderà Obama nelle prossime presidenziali americane, ha annunciato nei giorni scorsi le sue dimissioni dalla carica. Da allora ha preso per due volte, pubblicamente, delle posizioni fortemente critiche verso il governo di Pechino. Un'altra manifestazione di poche decine di persone si è svolta a Shanghai davanti al centrale Peace Cinema. Gli appelli alla «rivoluzione dei gelsomini» parlavano di manifestazioni in 13 città. Testimoni hanno riferito che a Guangzhou, Lanzhou, Chengdu e Harbin la polizia ha pattugliato i luoghi indicati dal alcuni siti web di cinesi in esilio tra cui Boxun, ma nessuna protesta si è materializzata. Le notizie delle proteste a favore della democrazia nei Paesi arabi hanno avuto una vasta eco in Cina, dove sono state discusse sui microblog, l'equivalente locale di Twitter, che è invece bloccato dalla censura. Il presidente Hu Jintao aveva affermato sabato in un discorso ai dirigenti delle amministrazioni locali che è necessario rafforzare i controlli su Internet: in Cina ha oltre 450 milioni di utenti.

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