Il Cav a fianco di Bagnasco: "È andato tutto bene"
Quando escono da Palazzo Borromeo, sede dell'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, nessuno di quelli che ha partecipato agli incontri bilaterali tra Italia e Santa Sede in occasione dell'anniversario dell'accordo di revisione del Concordato rilascia dichiarazioni. Tutti passano molto lontani dal recinto dei giornalisti. Gelido il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Sfuggente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si lascia sfuggire solo un «bene, come al solito». Lontani dai giornalisti anche i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani. Mentre il cardinal Bertone, segretario di Stato, come consuetudine esce da una porta sul retro. L'unico che si ferma a parlare con i giornalisti è Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica. Che si intrattiene a lungo a parlare con Raffaele Greco, ambasciatore italiano presso la Santa Sede, e quindi dichiara che «c'è un clima di cordialità tra Italia e Santa Sede» e che «c'è l'impegno, ribadito anche dai cardinali Bertone e Bagnasco per la partecipazione della Chiesa e in qualche forma anche del Pontefice alle celebrazioni per il 150esimo dell'Unità d'Italia. Un fatto molto importante». Una dichiarazione che vuole sanare in qualche modo la ferita risorgimentale e i decenni di "gelo" tra Italia e Santa Sede fino al Concordato del 1929. È la notizia più importante della giornata. I festeggiamenti per i Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) e l'Accordo di Revisione del Concordato (18 febbraio 1984) si svolgono all'interno del rigido cerimoniale. Prima due delegazioni ristrette (il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, il sottosegretario con il Segretario di Stato, il suo sostituto e il segretario per i rapporti con gli Stati), poi un'incontro allargato con il Capo dello Stato e la presenza delle più alte cariche istituzionali da una parte e dei vescovi dall'altra, quindi la festa vera e propria a Palazzo Borromeo. L'ambasciatore Greco racconta che i colloqui si sono svolti nella più totale cordialità. Difficile decifrarne i contenuti. Una personalità che in passato ha partecipato all'incontro bilaterale spiega che «non si vola alto, si vola lontano». Cioè, che si parla soprattutto di questioni internazionali. Non c'è dubbio che sia rientrata anche la questione della libertà religiosa tra i temi dell'incontro. E forse si sono messe le prime cordiali basi per un'ulteriore revisione del concordato. Una lettura che alcuni "insider" fanno sulla base della lectio magistralis pronunciata dal segretario del Papa Georg Gaenswein quando gli è stata conferita una laurea honoris causa lo scorso 15 febbraio. Si tratta, ovviamente, solo di una lettura. Il clima però appare disteso. Nessun imbarazzo istituzionale per Berlusconi, né per Bertone. Non era previsto un faccia a faccia tra i due, come successe con Prodi prima dell'incontro del 2007. Se si sono incontrati, è stato privatamente, e nel lasso di tempo in cui Berlusconi si è intrattenuto all'interno di Palazzo Borromeo, prima che Bertone andasse via. Di certo, c'è stato un colloquio tra Napolitano e Frattini. Sono incontri nei quali gli incroci sono interessanti. Nel momento in cui si apre la seconda fase dell'incontro, si vede Berlusconi intrattenersi con il cardinal Bagnasco e, a meno di un metro di distanza, Napolitano con il cardinal Bertone. Quando però esce dall'incontro, Berlusconi appare tranquillo. E il ministro della Giustizia Alfano (tra i primi ad arrivare, assieme a Frattini e Tremonti) si spinge a parlare di «straordinaria collaborazione». Tra l'altro, Chiesa e governo hanno molti temi di cui discutere, dal biotestamento ai finanziamenti alle scuole private.